Sónar Festival, 25 anni di sperimentazione infinita | Rolling Stone Italia
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Sónar Festival, 25 anni di sperimentazione infinita

Dai Kraftwerk a Skrillex, da Aphex Twin a Flying Lotus, dal 1994 a Barcellona si celebra lo spirito d’avanguardia. E il DJ come maestro del tempo e del ritmo

Sónar Festival, 25 anni di sperimentazione infinita

A Barcellona, la città che ha consacrato l’estate alla musica, arriva il Sónar con la sua mappa di connessioni. Il festival di musica, tecnologia e creatività compie 25 anni e diffonde il suo messaggio disegnando una rete di suoni e contaminazioni digitali che apre la strada al futuro. Dal 1994 il Sónar spinge il limite più in là, crea e riflette sul concetto di “musica avanzata” e lo porta ad un pubblico sempre più ampio, nella sua città di origine e nelle altre 30 città in cui ha acceso le casse del suo impianto dal 2002 (oggi le edizioni internazionali sono a Rejkjavik, Istanbul e Hong Kong).

Ci sono tanti modi per festeggiare un quarto di secolo di cultura elettronica in continua evoluzione. Uno dei fondatori del festival, Ricard Robles ha creato due playlist di 25 canzoni che raccontano la storia del Sónar dai Kraftwerk a Skrillex, da Aphex Twin a Flying Lotus fino a Beastie Boys, Die Antword, Squarepusher e Richie Hawtin. La celebrazione dello spirito d’avanguardia unito al bisogno primario di un party stellare è invece tutto nella creazione delle “costellazioni”, le mappe di nomi e stili che tracciano un percorso tra beat del futuro, suoni urbani, techno e cultura del dancefloor. La line-up dell’edizione numero 25 è una sperimentazione infinita costruita con attenzione intorno ai live (per noi imperdibili) dei Gorillaz di Damon Albarn, degli LCD Soundsytem, del padrino del grime londinese Wiley e di Amp Fiddler che riversa tonnellate di groove galleggiando sui ritmi del padre dell’afrobeat Tony Allen, alle 140 performance sparse su 10 palchi nelle due location Sónar de Dia e Sónar de Noche tra cui Thom Yorke, Diplo, Olafur Arnalds, Bonobo, Lauren Garnier, Cornelius, Modeselektor e Kode9, che si aggiungono a quelle di 50 nomi esordienti tra cui Liberato che farà il suo primo show fuori dall’Italia, fino alla chiusura del sabato del Sónar de Dia affidata a due vecchi amici di Barcellona, i 2ManyDjs e al concerto Two per piano ed elettronica di domenica 17 giugno al Teatre Grec di Alva Noto e Ryuichi Sakamoto (uno degli unici tre che faranno quest’anno).

Il Sónar è la celebrazione del DJ come maestro del tempo e del ritmo

Ma l’essenza del Sónar è ancora l’idea della condivisione fisica di un flusso sonoro, nel luogo fuori dal tempo e dello spazio rappresentato dal club. È la celebrazione del DJ come maestro del tempo e del ritmo che fa muovere la gente insieme, ritagliando un universo a parte in cui ogni disco ha un senso solo se vissuto nell’insieme di un set.

Per questo i punti fermi del Sónar 2018 sono le mani di Laurent Garnier che spingono quattro ore di techno dalle tre alle sette del mattino di sabato 16 sul palco del Sónar Pub, le sperimentazioni visive e sonore di Richie Hawtin che presenta il suo show CLOSE e le due maratone di sei ore del palco Sónar Car, una tenda circolare rossa che costruisce un club dentro al festival per tenere tutti incollati alle casse ad ascoltare le infinite combinazioni di suoni che possono venire fuori dalla fantasia di un DJ a cui vengono tolti tutti i limiti, affidate quest’anno al ragazzo di casa, John Talabot e al leggendario Dj Harvey, il maestro della disco che da puro intrattenimento l’ha fatta diventare cultura senza mai perdere lo spirito originale di festa, uno che da sempre sale in consolle con un unico scopo: «Fare in modo che la gente passi una bella serata».

Ci sono anche i viaggi spaziali di Ben Klock e Miss Kittin (in coppia rispettivamente con il giapponese Dj Nobu e Kim Ann Foxman, vocalist del progetto Hercules & Love Affair), al versatilità di A-Trak capace di suonare di tutto, dalla house alla trap e la solidità della colonna della techno spagnola Angel Molina (presente fin dalla prima edizione del 1994). Ma il cuore pulsante del Sónar 2018 è nel Despacio, il progetto creato da James Murphy degli LCD Soundsystem e dai due fratelli David e Stephen Deawele che torna dopo quattro anni, pura fisicità del suono analogico che sposta il centro di gravità dell’esperienza clubbing dalla consolle al suo luogo primario, la pista. Sette torri circolari di casse e speaker McIntosh una mirror ball che rende il buio il posto più bello del mondo, sei ore di musica ininterrotta dalle 15.30 alle 21.30, solo vinili.

La musica prima di ogni altra cosa: il Sónar lancia ancora una volta un messaggio. Despacio is Happiness.

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