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Shirley Manson dei Garbage: «La discografia ci ha costretti a mangiare panini alla me*da»

La frontwoman parla di vecchie e nuove trappole dell’industria, dalla pirateria di un tempo (in sintesi: aveva ragione Lars Ulrich dei Metallica) agli artisti che oggi «vengono messi l’uno contro l’altro come cani da corsa». Sopravvivono i ricchi e a rimetterci è «chi si prende dei rischi con la musica»

Foto: Kimberley Ross

«È stato stressante. Hanno continuato a spingere per farci lavorare con persone che non ritenevamo adatte. Come risultato della nostra resistenza a farlo, hanno deciso che eravamo dei tipi difficili. Ci hanno costretti a mangiare panini alla merda».

Lo ha detto Shirley Manson al NME in occasione della ridizione dell’album dei Garbage Bleed Like Me del 2005. Manson racconta che il disco è stato realizzato in un «periodo di tensioni» per la band e di «spiacevoli interferenze» da parte dell’etichetta discografica Interscope che era in cerca di quelli che Manson definisce artisti «più flessibili di noi». Poco dopo Bleed Like Me, l’etichetta decise di puntare sui No Doubt. «Li adoriamo», precisa Manson, ma c’era «la sensazione che per l’industria musicale ci fosse spazio per una sola rock band femminile». 

In quegli anni il mercato della musica stava cambiando radicalmente a causa dell’avvento della pirateria e dei servizi di file sharing. «Noi che siamo emersi negli anni ’90 abbiamo visto svilupparsi una storia dell’orrore. Erano i tempi di Napster, oggi ci siamo abituati, ma in quel periodo ci è stata letteralmente rubata la mostra musica». Manson ricorda la battaglia legale del 2000 contro Napster e come Lars Ulrich dei Metallica al tempo fu criticato e dipinto come un «avido capitalista» per aver citato in giudizio il servizio. La band aveva chiesto a Napster di rimuovere l’intero catalogo dei Metallica, chiedendo anche che gli utenti che avevano scaricato la loro musica – circa 330 mila membri – fossero banditi dalla piattaforma. «Non è compito mio parlare  di Lars e di questa storia, ma forse ci aveva visto giusto e più avanti di tutti».

Parlando del presente, Manson racconta un sistema in cui riescono a sopravvivere solo musicisti ricchi, oppure «quelli che hanno fatto dischi prima del ’95» e quelli che godono di un successo fenomenale. Sono penalizzate band giovani che provengono dalla classe operaia o «da qualsiasi classe media», che sono poi quelle che si prendono dei rischi facendo musica strana e non commerciale. Quello che sta succedendo ai giovani musicisti, continua, «è un cazzo di oltraggio». I cantanti pop mainstream, «sono messi l’uno contro l’altro come cani da corsa». Vede qualche cambiamento in arrivo? «Spero in una resa dei conti. Gli artisti devono smetterla di mangiare panini alla merda». 

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