Sarafine: «Non mi sento un simbolo, ma ho sentito l’affetto di una generazione» | Rolling Stone Italia
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Sarafine: «Non mi sento un simbolo, ma ho sentito l’affetto di una generazione»

Dopo la finale di 'X Factor', i quattro concorrenti si raccontano, tra aspirazioni per il futuro e collaborazioni che potrebbero nascere. Parola d’ordine: rimanere sempre sé stessi

Sarafine: «Non mi sento un simbolo, ma ho sentito l’affetto di una generazione»

Foto: Jule Haring/Carmine Conte/Sky

La mattina successiva alla vittoria di X Factor – andata in onda in diretta ieri su Sky, in streaming su Now e in simulcast su Tv8 – è forse ancora presto per pianificare progetti e mettere a fuoco il futuro. Sarafine però – tra i quattro i concorrenti dell’ultima edizione del talent – è quella che sembra avere meno difficoltà a destreggiarsi nel mercato discografico, visto che ha dimostrato di essere una producer di livello e di riuscire a confrontarsi con qualsiasi brano, genere e artista nazionale (Max Pezzali) e internazionale (Ofenbach) mettendo sempre in mostra il proprio stile. Ma anche gli altri, nella conferenza stampa post finalissima, hanno dimostrato di avere già le idee chiare su quale sarà il loro percorso fuori dalla tv.

«Abbiamo gioito, bevuto, e dobbiamo ancora realizzare», hanno premesso. Ma dovranno abituarsi al tempo che oggi, nella musica, corre molto velocemente. Se ne sta accorgendo appunto Sarafine, la prima classificata. Calabrese, 35 anni, dopo aver studiato economia aziendale e provato diversi lavori non proprio gratificanti nella sua terra, ha deciso di cercare all’estero: Inghilterra per migliorare l’inglese, il Lussemburgo per quattro anni e poi Bruxelles sempre nell’ambito del transfer pricing. Durante la pandemia la svolta: «Ho comprato strumenti musicali, fatto un corso di produzione online e non ho più retto la vita di prima, mi sono licenziata dall’azienda e ho provato a fare solo musica». Passano solo un paio di mesi e arriva X Factor, «dove è scattata la scintilla e mi sono sentita per la prima volta nel posto giusto». È lei la protagonista oggi, anche grazie a una storia personale nella quale si sono rispecchiate tante persone, in particolare quelle nate negli anni ‘80: «Ma non mi sento paladina di una generazione, anche se è vero che ne faccio parte. Quello che ho vissuto io lo hanno vissuto in tanti altri e quindi ho sentito l’affetto della gente come me che si chiedeva in azienda “che ci sto a fare qui?”. Non mi sono sentita sola e se questo ha fatto commuovere altre persone sento intorno ancora più affetto». Ha poi spiegato meglio il punto di rottura con la vita precedente: «A un certo punto non ho accettato ciò che stavo facendo, non stavo diventando la persona che volevo essere, ero sempre più chiusa e sola. Quindi me ne sono fregata del tempo, degli anni e che avessi delle aspettative sulla mia vita, come famiglia e figli, e ho capito che è una stupidaggine che a 30 anni si debba già sapere che cosa uno vuole fare. Mi sono guardata persino dei tutorial su come cambiare vita e intraprendere un anno sabbatico. Alcuni aprono un chiringuito, io ho partecipato a X Factor». Anche adesso che X Factor l’ha vinto, però, prima di compiere altri passi sembra molto prudente: «Non sono così indottrinata sui vari generi, mi piace la dubstep, amo i The Chemical Brothers, Stromae e Skrillex, ma non so ancora dove mi collocherò. È un work in progress». Attualmente vive ancora a Bruxelles, anche se «l’idea di tornare in Italia mi piace tantissimo e vorrei tornarci per fare musica». Mentre più che sognare collaborazioni con altri artisti, le sono già arrivate diverse proposte: «Emma e Francesca Michielin mi hanno detto che gli piacerebbe lavorare con me, però devo ancora capire cosa farò io, solo allora mi aprirò agli altri».

I finalisti di ‘X Factor’. Foto: Jule Haring/Carmine Conte/Sky

Vittoria o meno, già essere arrivati in finale ha rappresentato un grande risultato anche per gli altri tre concorrenti. Gli Stunt Pilots, secondi classificati, hanno spiegato che nel 2023 si erano dati tre obiettivi: “Andare a Berlino, in Thailandia e fare X Factor. Abbiamo fatto tutti e tre. Ma rimaniamo ancora degli scombinati». Adesso, però, qualche certezza in più ce l’hanno: «Questa esperienza ci ha aiutato di inseguire la nostra visione. Non abbiamo mai detto no alle proposte, cercando di portarle verso il nostro percorso». E adesso? «Ci piacerebbe collaborare con Max Martin, o altri writer e producer di grande livello per lavorare insieme in studio. Però non ci dispiacerebbe neanche aprirci ad artisti come Mahmood».

Stesso discorso per Il Solito dandy, terzo classificato: «Più che rivalità tra noi c’era spirito di sopravvivenza, del “io speriamo che la cavo”. Infatti ieri eravamo commossi di esserci ritrovati in finale». Ha poi dato un consiglio ai prossimi concorrenti di X Factor: «Avere le idee chiare ma con flessibilità, lasciandosi trasportare e rimanendo sé stessi. Senza paura di farci vedere per quello che siamo. Come quando mi sono messo in mutande in televisione, non era tanto per mostrarmi, ho voluto prima capire cosa andavamo a rappresentare». Le sue collaborazioni dei sogni? «Stefano Bollani, Ornella Vanoni e Paolo Conte. Mi piacerebbe poi esplorare sonorità sudamericane, come Devendra Banhart, che ascolto e apprezzo».

Più ricco di luci stroboscopiche e pailettes, invece, il futuro che immagina Maria Tomba: «Ho in mente un progetto artistico in ambito pop, mi piacciono le performance e anche qui ho fatto vedere quelli che saranno i prossimi live. Le mie canzoni nascono con il mio diario e il pianoforte, poi però mi piace anche dare le cuscinate sul palco». Ha confermato il clima di amicizia e collaborazione nel loft: «Ci siamo sostenuti l’uno con l’altro e ballato tutti i pezzi», ringraziato M¥SS KETA per il duetto: «È un’anima speciale, abbiamo un’energia affine» e anche lei ha dato qualche consiglio a chi deciderà di partecipare all’edizione 2024: «Seguite il cuore, l’istinto, siate fedeli a quello che siete e affrontate le sfide che vi faranno scoprire lati di voi che non avreste mai immaginato». Per chiudere sulle collaborazioni dei sogni: «Elisa, Madame, Taylor Swift, Olivia Rodrigo, Dua Lipa e i Måneskin».