Roger Waters reagisce all’attacco di Polly Samson, David Gilmour lo sottoscrive: «Tutto vero e verificabile» | Rolling Stone Italia
La guerra dei Pink Floyd

Roger Waters reagisce all’attacco di Polly Samson, David Gilmour lo sottoscrive: «Tutto vero e verificabile»

Waters sta meditando con gli avvocati una risposta e dice che ‘Hey Hey Rise Up’ dei Pink Floyd «incoraggia la continuazione della guerra». In ballo c'è anche una versione di 'The Dark Side of the Moon' «senza assoli di chitarra»

Roger Waters reagisce all’attacco di Polly Samson, David Gilmour lo sottoscrive: «Tutto vero e verificabile»

Gilmour e Waters di nuovo sul palco come Pink Floyd a Londra nel 2005 per il Live 8

Foto: Dave Hogan/Live 8 via Getty Images

Continua la guerra dei Pink Floyd. Ieri Polly Samson, scrittrice nonché moglie e co-autrice di David Gilmour ha attaccato duramente Roger Waters con un tweet inaspettato: «Purtroppo, Roger Waters, sei antisemita fino al midollo. Difendi Putin e sei un bugiardo, un ladro, un ipocrita, uno che elude le tasse e canta in playback, un misogino, un invidioso patologico, un megalomane. Ne abbiamo abbastanza delle tue cazzate».

Dopo alcune ore Roger Waters ha reagito scrivendo su Twitter, in terza persona, che è «al corrente dei giudizi incendiari e incredibilmente scorretti su di lui pubblicati su Twitter da Polly Samson e li respinge in toto. Al momento si sta facendo consigliare circa la sua posizione», una frase che significa molto probabilmente che si sta consultando con i suoi legali.

Che cos’ha causato questo sfogo durissimo? Samson non l’ha detto, ma potrebbero essere stati alcuni passaggi di un’intervista concessa da Waters al Berliner Zeitung, che trovate a questo link tradotta in lingua inglese e che per ora non ha avuto grande eco, nonostante contenga giudizi netti e una notizia sul mondo dei Pink Floyd.

Pubblicata sabato 4 febbraio, l’intervista affronta tra le altre cose le prese di posizione di Waters circa la guerra in Ucraina che hanno reso controverso il suo tour europeo, portando alla cancellazione di una data in Polonia. Organizzazioni ebraiche e cristiane chiedono di fare la stessa cosa in Germania per via, tra le altre cose, dei paragoni fatti da Waters tra Israele e il regime nazista.

Nell’intervista Waters afferma che nel 2004 Putin «ha teso la mano all’Occidente nel tentativo di creare la pace in Europa» dicendo che «i piani occidentali di invitare l’Ucraina post Maidan nella Nato costituivano una minaccia inaccettabile alla Russia e che avrebbero portato alla guerra». Il musicista difende Putin, che a differenza dei presidenti americani «non ha invaso il Vietnam o l’Iraq», e la sua decisione di invadere l’Ucraina perché anzitutto non si tratta di una guerra ma di «un’operazione militare speciale» e lo scopo è «fermare il potenziale genocidio di chi parla russo nel Donbass» e «denazificare l’Ucraina». Waters cita la lettera di un’adolescente ucraina, Alina, che gli ha spiegato che non ci sono nazisti nel suo paese. La replica del musicista: «Spiace, Alina, ma ti sbagli. Come fai a vivere in Ucraina e non saperlo?».

Oltre ad affrontare altri argomenti, tra cui la questione palestinese, Waters commenta la pubblicazione di Hey Hey Rise Up, la canzone dei Pink Floyd di David Gilmour e Nick Mason pro Ucraina, col canto del musicista-soldato Andrij Chlywnjuk. «Ho visto il video e non mi sorprende, ma è una gran tristezza. È una cosa lontanissima da me, manca d’ogni umanità. Incoraggia la continuazione della guerra. Un tempo ero legato al nome dei Pink Floyd. È stato un periodo importantissimo nella mia vita, una cosa enorme. Associare quel nome a una guerra per procura fa tristezza».

E ancora: «Non hanno chiesto di fermare la guerra, di fermare il massacro, di riunire i capi di stato per negoziare. Sventolano senza alcun contenuto la bandiera blu e gialla. Come ho scritto in una delle lettere ad Alina: non mi schiererò con nessuno in questa guerra, non gli ucraini, non coi russi, non con gli americani».

La posizione sulla guerra in Ucraina è certamente una delle cose che divide Gilmour-Samson da Waters, anche perché la nuora della coppia è ucraina. È stata lei a inviare a Gilmour il video di Khlyvnyuk che canta Oh, the Red Viburnum in the Meadow, una canzone popolare che parla della reazione degli ucraini di fronte alle avversità che il musicista ha poi trasformato in Hey Hey Rise Up.

Nell’intervista del Berliner Zeitung si parla anche di una nuova versione di The Dark Side of the Moon che Waters sta producendo in studio, dopo averlo portato per intero o in parte in tour per anni (l’album compirà 50 anni a marzo). «Il nuovo concept» dice Waters «ha lo scopo di riflettere sul significato dell’opera e tirarne fuori cuore e anima dal punto di vista musicale e spirituale. In queste nuove registrazioni sono l’unica voce e non ci sono assoli di chitarra rock». Un po’, aggiungiamo noi, come la versione di Comfortably Numb pubblicata a novembre a cui mancava il grande assolo di Gilmour.

Dopo essersi limitato a mettere “mi piace” alle parole della moglie, David Gilmour ha commentato il tweet di Samson così: «Ogni parola è vera e dimostrabile», per poi mettere “mi piace” a tweet della direttrice del Reckoning Project: Ukraine Testifies Janine di Giovanni («Aggiungerei [al tweet di Samson] che Roger Waters è uno strenuo difensore di due assassini di massa, Putin e Assad») e di Joe Muggs secondo il quale Waters «diffama quasi quotidianamente» volontari come i caschi bianchi che operano in Siria, «peggiorando le vite loro e delle persone che aiutano».

Se sull’antisemitismo di Waters e la sua difesa delle posizioni di Putin possono esserci opinioni differenti, è difficile entrare nel merito di accuse come quella di elusione fiscale. Nel tweet di Samson c’è anche una considerazione di tipo artistico: la scrittrice dice che Waters canta in playback, ed effettivamente quella di farsi aiutare da tracce vocali pre-registrate, all’interno di concerti architettati come spettacoli quasi teatrali, è un’accusa che viene mossa da molti anni a Waters.

A questo link la nostra intervista più recente a Waters in cui le testi del musicista vengono discusse con il giornalista James Ball.