Rolling Stone Italia

Roger Waters: «La lobby israeliana ha cancellato la mia nuova produzione di ‘The Wall’ alla Sphere di Las Vegas»

«Applaudo alla flotilla con tutto il cuore», ha inoltre detto al Manifesto il musicista, che ha una nuova canzone intitolata ‘Sumud’, «ma è improbabile che riescano a consegnare cibo a Gaza». E sui soldati israeliani in vacanza in Italia: «Dovrebbero essere aiutati negli ospedali psichiatrici»

Foto press

Roger Waters avrebbe voluto portare una nuova produzione di The Wall alla Sphere di Las Vegas, la sala all’avanguardia da due miliardi di dollari inaugurata dagli U2 che permette di allestire spettacoli stupefacenti dal punto di vista visivo, ma anche sonoro grazie a un impianto all’avanguardia. Era previsto che lo show andasse in scena fra due anni, ma secondo Waters la «lobby israeliana» ha fatto pressioni sulla proprietà della “Sfera” perché non lo facesse.

Lo dice in una nuova intervista concessa a Fabrizio Rostelli e pubblicata sabato sul Manifesto. «Quando si tratta di confrontarsi non solo con il governo israeliano, ma con la lobby israeliana nei vari Paesi, c’è un prezzo da pagare. Avrei dovuto fare il mio spettacolo The Wall, una nuova produzione, alla Sphere di Las Vegas tra un paio d’anni. Ho investito molti soldi perché ho pensato che sarebbe stato fantastico, ma la lobby israeliana l’ha cancellato. Hanno convinto il proprietario della Sphere a non farmi suonare. È incredibile quanto sia vasta la loro influenza. A volte si paga un prezzo per l’empatia, ma mio Dio, cosa si ottiene in cambio. Non sono in grado di spiegare la sensazione positiva di provare quell’amore nel preoccuparti per gli altri e per la loro situazione difficile, ma anche per la verità».

Sul ruolo degli artisti, Waters dice che «per molte persone del mio settore è scomodo parlare di responsabilità umana o sociale ma ce ne sono anche molte che lo fanno, penso al mio amico Brian Eno». Cita Dionne Warwick, «che mi ha attaccato sui giornali dicendo che avevo cercato di intimidirla per impedirle di esibirsi in Israele», e Nick Cave, che «mi ha definito “vergognoso e codardo” perché gli ho detto di non andare a suonare in Israele. È successo 15 anni fa ma non l’ho dimenticato».

Nell’intervista Waters, da sempre sostenitore dei diritti del popolo palestinese, parla diffusamente della Global Sumud Flotilla. «È molto improbabile che una qualsiasi delle imbarcazioni della flotilla riesca a consegnare cibo, latte per neonati e medicinali a Gaza, perché gli israeliani le intercetteranno tutte. Potrebbero anche uccidere qualcuno. Sai, non è accaduto nulla quando le forze speciali israeliane hanno ucciso tutte quelle persone sulla Mavi Marmara, la nave della Freedom Flotilla nel 2010. Probabilmente arresteranno tutti. Se fossero migliaia di imbarcazioni forse potrebbero riuscire a mettere in difficoltà Israele che in realtà è un paese molto piccolo. Non c’è modo di sapere cosa accadrà ma applaudo alla flotilla con tutto il cuore».

Waters spiega che la flotilla è importante perché sempre più occidentali stanno aprendo gli occhi su colonialismo e imperialismo, «e la voce della ragione sta iniziando a farsi un po’ più forte. Sempre più persone stanno iniziando a dire: “Ci preoccupiamo dei nostri fratelli e sorelle” e in questo caso specifico, ovviamente, della difficile situazione in Palestina».

E sul suo Paese (da tempo Waters vive negli Stati Uniti): «Fammelo ribadire: “Io sostengo Palestine Action”. Se tornassi in Inghilterra, cosa che farò, sarò passibile di 14 anni di carcere per aver detto questo. Ovviamente quello che stanno facendo è folle ma è così che esercitano il potere. Non so esattamente chi sia a finanziare Starmer, ma qualcuno lo fa per fargli vomitare tutte le stronzate e le bugie che lui e gli altri raccontano. Viviamo in tempi bui, ma ogni mattina quando ci alziamo siamo spinti dall’idea che dobbiamo salvare la Palestina. Questo è un punto di svolta».

Nell’intervista Waters viene anche invitato a commentare la notizia dei soldati israeliani che fanno vacanza in Italia: «Oh, poveri cuccioli. In realtà dovrebbero stare in qualche kibbutz a imparare a lavorare la terra, a vivere insieme e a collaborare. Ma bisogna insegnargli di chi è quella terra. Questi soldati dovrebbero essere aiutati e stare negli ospedali psichiatrici. Non dovrebbero essere ospitati per rilassarsi in paesi come l’Italia. Non vogliamo i soldati dell’IDF distesi sulle spiagge, che si riposano un po’ prima di tornare a massacrare i nostri fratelli e sorelle. Tutti i nostri governi, a parte forse quello spagnolo, sono complici del genocidio e lo sostengono al 100%. Il Regno Unito, il mio Paese, sostiene il genocidio ma non il popolo. Questo è vero negli Usa e probabilmente vale anche in Italia. Probabilmente è vero ovunque che il popolo non sostiene il genocidio, ma i governi sì».

A fine luglio Roger Waters ha postato in un video postato su YouTube per i War Abolisher Awards una canzone intitolata Sumud.

Iscriviti
Exit mobile version