Roger Waters indagato dalla polizia tedesca per avere indossato la divisa di Pink | Rolling Stone Italia
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Roger Waters indagato dalla polizia tedesca per avere indossato la divisa di Pink

Incredibile, ma vero: ripeti la stessa scena decine, se non centinaia di volte per anni e tutti capiscono che si tratta di una rappresentazione scenica calata in un certo contesto. Poi arrivi a Berlino e…

Roger Waters indagato dalla polizia tedesca per avere indossato la divisa di Pink

Roger Waters con la divisa di 'In the Flesh' nel tour di 'The Wall'

Foto: YouTube

Ieri vi raccontavamo del tweet assurdo pubblicato dall’account dello Stato di Israele in cui si accusava Roger Waters di avere «dissacrato la memoria di Anna Frank e dei sei milioni di ebrei uccisi nell’Olocausto». Come? Il musicista ha molto semplicemente indossato durante i concerti del tour This Is Not a Drill a Berlino (e altrove, beninteso, Milano compresa) la divisa del personaggio Pink che ricorda volutamente quella nazista, oltre ad avere inserito il nome di Anna Frank fra quelli delle vittime dei regimi d’ogni tempo.

Poteva finire così, con un tweet manipolatore. E invece oggi è giunta notizia che la polizia tedesca avrebbe aperto un’indagine nei confronti del musicista per istigazione all’odio proprio per via dell’abito di scena che indossa durante In the Flesh nei concerti a Berlino del17 e 18 maggio scorsi. «Stiamo indagando su sospetti di istigazione all’odio», ha detto un portavoce della polizia, riporta tra i tanti AGI, «perché gli abiti indossati sul palco potrebbero glorificare o giustificare il regime nazionalsocialista e disturbare la quiete pubblica».

È evidente che non c’è alcuna glorificazione del regime nazionalsocialista. In the Flesh è uno dei pezzi tratti da The Wall. Waters veste i panni della rockstar Pink che, disgustata dal pubblico (ma in fondo da se stesso) è in preda a un delirio nazistoide che si traduce nella rappresentazione scenica nella creazione di una sorta di regime rock fatto di divise che ricordano quelle delle SS, soldati in marcia, violenza, sopraffazione, omicidi. È il segno della deriva psichica del personaggio, ma anche una metafora del rapporto malato tra rockstar e pubblico, un tema che all’epoca era molto caro al musicista.

Era così nel film del 1982 che Alan Parker ha tratto dall’album, dove il personaggio di Pink era interpretato da Bob Geldof (vedi sotto). Ed è così nelle rappresentazioni sceniche di The Wall che Waters ha portato in giro per il mondo.

La scena nel film Pink Floyd The Wall:

E qui c’è un’altra versione di In the Flesh (la prima che compare nell’opera, dove ce ne sono due) tratta dal film di Roger Waters dedicato al tour di The Wall, video che comprende – che ironia – una scena in cui il musicista rende onore al cimitero di Cassino, in Italia, ai soldati (tra cui il padre) morti per liberare l’Europa dal nazifascismo.

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