Roger Waters, guarda il nuovo video di ‘The Gunner’s Dream’ dei Pink Floyd | Rolling Stone Italia
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Roger Waters, guarda il nuovo video di ‘The Gunner’s Dream’ dei Pink Floyd

Il musicista accompagna una nuova esecuzione della canzone tratta da ‘The Final Cut’ a un appello al disarmo, nel giorno dedicato negli Stati Uniti al ricordo di Martin Luther King

Roger Waters ha pubblicato una nuova versione video di The Gunner’s Dream. Il pezzo del 1983 tratto dall’album dei Pink Floyd The Final Cut racconta la storia di un aviatore mitragliere morente che sogna un mondo senza più guerre.

Il video in bianco e nero si apre con Waters che suona il pianoforte e canta da solo nel suo studio. I suoi musicisti – il chitarrista Dave Kilminster, il batterista Joey Waronker, il bassista Gus Seyffert, il chitarrista Jonathan Wilson, i tastieristi Jon Carin e Bo Koster, e le coriste Jesse Wolfe e Holly Laessig – si uniscono a lui dai loro rispettivi studi, a distanza.

«Ieri sera» scrive Waters «ho visto il documentario del 2013 The Man Who Saved the World. L’uomo in questione è Stanislav Petrov (un ex tenente colonnello delle forze di difesa aerea sovietiche che nel 1983 impedì che un falso allarme portasse a una guerra nucleare, ndr). L’anno prima che Stanislav salvasse il mondo, nel 1982, ho scritto The Gunner’s Dream. È strano pensare che se Stanislav non fosse stato al momento giusto al posto giusto nessuno di noi sarebbe vivo e nessuno al di sotto dei 37 anni sarebbe nato».

«Tutti tranne qualche cretino sanno che le armi nucleari non sono di alcun valore. Sono una bomba a orologeria e se ne ignoriamo l’esistenza lo facciamo a nostro rischio e pericolo. Gli incidenti accadono. Gli Stanislav di questo mondo sono una razza rara. Siamo stati straordinariamente fortunati».

«Se governassi il mondo, darei ascolto alle parole dei saggi e per prima cosa domani mattina mi libererei delle armi nucleari, nel nome del Dr. King (oggi si celebra negli Stati Uniti il Martin Luther King  Day, ndr). Ovviamente nessuno può governare il mondo. Il mondo non può essere governato, ma può essere amato, rispettato, condiviso. Se saremo ancora qui domattina».

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