Roger Waters e Nick Mason agli Stones: "Non suonate in Israele" | Rolling Stone Italia
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Roger Waters e Nick Mason agli Stones: “Non suonate in Israele”

I due Pink Floyd indirizzano una lettera aperta a Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts e Ronnie Wood: "Non avete suonato a Sun City sotto l'apartheid..."

Roger Waters e Nick Mason agli Stones: “Non suonate in Israele”

Il mese scorso vi raccontavamo della lettera aperta che invitava Neil Young a non esibirsi in Israele.

Ora una nuova missiva si appella a un’altra band in arrivo in tour nella nazione, e a scriverla sono due colleghi musicisti: Roger Waters ha coinvolto il compare Nick Mason nella sua campagna continua di sensibilizzazione contro la politica israeliana nei territori occupati e insieme i due Pink Floyd hanno scritto ai Rolling Stones, la cui annunciata data a tel Aviv il 4 giugno aveva già sollevato proteste perché pur coincidendo con la fine della celebrazione della festa ebraica di Shavuot, impedirà a molti osservanti di essere presenti al concerto (durante la cosiddetta festa delle Settimane i fedeli si recano in pellegrinaggio a Gerusalemme).

La lettera, pubblicata di seguito nelle parti salienti in italiano, in originale è su questo sito.

Siamo venuti a sapere che i Rolling Stones saranno in concerto per la prima volta nella loro storia in Israele, in quello che è un momento cruciale nella lotta globale per la libertà e gli uguali diritti dei palestinesi. Noi, due dei componenti ancora viventi dei Pink Floyd, ci siamo trovati uniti a sostenere la “Boycott, Divestment, and Sanctions” (BDS), un movimento per i diritti umani non violento e su scala mondiale che si sta velocemente espandendo ed è stato creato dalla società civile palestinese nel 2005 perché si concludano l’occupazione israeliana, la discriminazione razziale in quei territori e la negazione dei diritti civili.

Il movimento BDS è modellato sugli analoghi movimenti che hanno ottenuto con successo la fine delle leggi Jim Crow nel sud degli Stati Uniti e dell’apartheid in Sudafrica. In effetti figure chiave nella lotta per la libertà sudafricana come l’arcivescovo Desmond Tutu e il collaboratore di Mandela Ahmed Kathrada si sono espressi in favore della BDS per i diritti ai palestinesi. La BDS propone a noi tutti di adottare una pressione non violenta nei confronti del governo israeliano per far loro comprendere pienamente che le sue ingiustizie nei confronti della gente palestinese sono legalmente e moralmente inaccettabili e non più sostenibili. (…)

Dunque alle band che si preparano a suonare in Israele nel 2014, vi chiediamo di riconsiderare il proprio programma. Suonare ora in Israele è l’equivalente di esibirsi a Sun City nel momento peggiore del regime di apartheid in Sudafrica; a prescindere dalle vostre intenzioni, superare quei confini andrà a produrre una propaganda che il governo israeliano userà per cancellare la propria politica e il suo regime ingiusto e razzista.

(…) Vi incoraggiamo, colleghi artisti, a chiedervi cosa fareste se forzati a vivere per decenni sotto regime militare con leggi che vi discriminano. Se la risposta è che resistereste fino al prevalere della giustizia, vi chiediamo di battervi con BDS per un modo collettivo e non violento che ha lo scopo di ottenere un futuro migliore per tutti. Voi Rolling Stones non avreste voluto suonare a Sun City tanti anni fa, e infatti non l’avete fatto. Allora non suonate a Tel Aviv finché la libertà per tutti e i pari diritti non torneranno a regnare e a essere legge.