Roberto Angelini è stato multato per lavoro in nero nel suo ristorante | Rolling Stone Italia
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Roberto Angelini è stato multato per lavoro in nero nel suo ristorante

Lo ha fatto sapere lo stesso musicista sui social. La segnalazione sarebbe arrivata da una persona che avrebbe aiutato in un momento di bisogno e che poi l’avrebbe “tradito”. Ecco il suo sfogo

Roberto Angelini è stato multato per lavoro in nero nel suo ristorante

Roberto Angelini

Foto: Simone Cecchetti

Brutta disavventura per Roberto Angelini, non legata alla musica quanto alla sua attività parallela come titolare di un noto ristorante giapponese a Roma. Il cantautore e chitarrista, che vediamo in tv ogni venerdì sera nella band di Propaganda Live su La7, è stato multato dalla Guardia di Finanza per 15mila euro con l’accusa di aver fatto lavorare in nero delle persone a lui vicine con un furgoncino per le consegne a domicilio.

Ad avvisare le forze dell’ordine, a suo dire, quella che considerava una “amica”, che lui avrebbe ospitato a casa aiutandola in un momento di bisogno. «Questa non è la faccia del musicista che siete abituati a conoscere. Questa è la faccia di un ristoratore (sì, ho un ristorante) che ha appena scoperto di essere stato denunciato da una “amica” alla Guardia di finanza», ha esordito il musicista su Facebook, continuando poi a spiegare che cosa sarebbe accaduto: «Dopo un anno di sacrifici per non chiudere cercando di limitare al massimo il ricorso alla cassa integrazione per i miei dieci dipendenti (visti i tempi biblici). Ho comprato un furgoncino per le consegne e fatto lavorare amici che avevano bisogno. Mi sono indebitato per pagare i fornitori. Ho resistito con i ristori evidentemente inadeguati. Non avendo uno spazio all’aperto sto facendo i salti mortali per allestirne uno al volo. E poi… 15 mila euro di multa per lavoro in nero. A me… Che ho avuto sempre tutti in regola e non essendo del mestiere, non avrei neanche saputo come fare. Capisco tutto, capisco le giuste lotte per riconoscere i diritti dei rider che lavorano per grandi multinazionali del delivery, ma un piccolo imprenditore cosa avrebbe potuto fare? Mi sembrava pure di fare del bene».

Insomma, per Roberto Angelini il suo comportamento sarebbe stato dettato dalle difficoltà in cui versava la sua attività – come quella di tantissimi ristoratori italiani – e dallo slancio di voler aiutare persone che non lavoravano da mesi. «Pensa te. Pagherò, non è questo il punto. E se non avessi potuto pagare? Per colpa di una pazza incattivita dalla vita sarei stato costretto a chiudere e mandare a spasso 10 persone. Tra 5 minuti tornerò a sorridere e a parlare di musica. Tranquilli. Scusate lo sfogo, di solito non uso questo spazio per cose serie. #resisto E poi, pensavo, se avessero agevolato le assunzioni, almeno in questo anno assurdo in cui tanti si sono dovuti inventare un lavoro volante, avrei segnato tutti quelli che sono passati a fare delle consegne, anche per un giorno. Ma non farlo e poi aspettarti al varco per purgarti è davvero “geniale”. Vabbè».

Alla fine dello sfogo sui social, l’artista si è anche rammaricato dal punto di vista umano, visto che si è sentito tradito da una persona “amica” per la quale si sarebbe speso in prima persona: «Passo e #nonchiudo. Ultima cosa. Gli occhi lucidi non sono per la multa ma per il tradimento ricevuto da una presunta amica che ha mangiato e dormito a casa mia. Che mi confidò che aveva bisogno di soldi e io pensai bene di aiutarla. Che stronzo che sono. Non imparerò mai».

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