Ghali ha lanciato un appello affinché si vada a votare il referendum per la cittadinanza, uno dei cinque previsti domenica 8 e lunedì 9 giugno. L’obiettivo è ridurre da dieci a cinque gli anni necessari per poter chiedere la cittadinanza italiana. Anche se vincesse il sì, il referendum non sarà valido nel caso non vada a votare più della metà degli aventi diritto.
«L’8 e il 9 giugno le italiane e gli italiani sono chiamati a votare», scrive Ghali. «Questo referendum non è una cosa da ignorare. Si parla di diritti, di lavoro, di cittadinanza e di cosa vuol dire davvero far parte di un Paese. Io sono nato qui e ho sempre vissuto in Italia, ma ho ottenuto la cittadinanza solo a 18 anni. Anche mia madre è diventata cittadina italiana solo quando lo sono diventato io, e questo ha complicato molte cose per entrambi. C’è chi nasce qui, vive qui da anni, lavora, paga le tasse, cresce figli, parla italiano, si sente italiano a tutti gli effetti ma non è riconosciuto come cittadino e con un “sì” chiediamo che bastino 5 anni di vita qui, non 10, per essere parte di questo Paese».
«La cittadinanza» continua Ghali «non può essere solo un documento. È una questione di rispetto del tempo che abbiamo da viverci, e di dignità. L’8 e il 9 giugno si vota, e se non lo fa almeno il 50% degli elettori, tutto questo non vale niente. Il referendum cade. Non basta essere d’accordo: serve esserci. Mentre aspettiamo che cessino le ingiustizie in altre parti del mondo, proviamo qui a costruire il cambiamento, insieme».
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