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Pupo si esibirà al festival di Lukashenko: «Neanche mio padre si permetteva di dirmi cosa dovessi fare. Non cedo ai ricatti»

Dopo aver disdetto la sua partecipazione ad un festival al Cremlino, il cantante toscano ha detto sì alla kermesse amata dal leader biellorusso. E commenta: «Il mondo non si divide in buoni e cattivi»

Foto: Massimo Insabato/Archivio Massimo Insabato/Mondadori Portfolio via Getty Images

Negli ultimi giorni è scoppiata un’altra polemica sulle avventure straniere di Pupo. Dopo aver prima annunciato, e poi disdetto, una sua partecipazione all’evento Road to Yalta (dedicato alla canzone di guerra) previsto un mese fa al Cremlino, a Mosca, il cantante questa volta è stato invitato ad esibirsi al Slavjanskij Bazaar di Vitebsk, in Biellorussia, vicino al confine con la Russia, un festival amato dal leader del Paese Aleksandr Lukashenko, alleato di Putin.

Questa volta, rispetto a quanto successo a Mosca, niente passi indietro. Raggiunto dal Quotidiano Nazionale, Pupo ha spiegato la sua posizione su quello che definisce «un festival alla stregua di Sanremo» a cui, come fa notare, è la terza volta che partecipa come ospite internazionale: «Mi trovo qui a fare il mio mestiere di cantante e musicista. Una pura scelta professionale. Non sta a me prendere parte politica. Devo la mia popolarità agli ucraini, ai russi, ai bielorussi…si può essere neutri? Il mondo non si divide in buoni e cattivi».

Pupo ha poi negato ogni contatto con Lukashenko («Non lo conosco, non l’ho minimamente incontrato. Sono qui solo perché invitato dal presidente del festival, un raffinato conoscitore di musica») dando un suo chiaro parere sulle contestazioni: «Neanche mio padre si permetteva di dirmi cosa dovessi fare. Non ho intenzione di cedere ad alcun ricatto. Vivo da sempre come un uomo libero, nel rispetto delle mie idee e di quelle degli altri». Concludendo: «Non ho bisogno di andare per il mondo a prendere soldi: sono qui totalmente gratis».

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