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Poppy rifà ‘All the Things She Said’ delle tATu per parlare di diritti LGBTQ+

«La battaglia per la parità è ancora lunga. Uscite e fate sentire la vostra voce», dice la cantante. «Non ho parole per esprimere il mio sdegno per il modo in cui il presidente sta reagendo a quel che accade in America»

Poppy ha pubblicato una cover di All the Things She Said delle tATu in occasione del Pride Month, che viene celebrato nel mese di giugno in ricordo della rivolta avvenuta al Greenwich Village di New York nel 1969 dopo l’irruzione della polizia nel club gay Stonewall Inn.

Nonostante il carattere problematico della canzone – si tratta di un pezzo sull’omosessualità interpretato da due ragazze che fingevano d’esserlo – All the Things She Said è comunque per molti un inno queer in virtù della popolarità che ha avuto fin da subito. Pur essendo stato pubblicato nel 2002, vale a dire nell’era pre YouTube, il video originale ha oltre 210 milioni di visualizzazioni.

«Ho spedito questa cover alla mia etichetta due settimane fa, in tempo per essere pubblicata per il Pride Month», scrive Poppy. «Sfortunatamente nel frattempo abbiamo assistito a una tragedia che merita tutta la nostra attenzione. Stiamo ancora combattendo nella comunità LGBTQ+ per l’uguaglianza di diritti, la strada è lunga e in America le minoranze subiscono una quantità assurda di ingiustizie. Non ci sono parole per esprimere il mio sdegno per il modo in cui il governo e soprattutto il presidente stanno reagendo a quel che accade in America. Vi incoraggio a informarvi e ad andare là fuori e protestare, donare, far sentire la vostra voce contro questa ingiustizia».

Poppy ha pubblicato in gennaio l’album I Disagree. Ne abbiamo scritto qui: «È come se Marilyn Manson avesse fatto un disco con Madonna».

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