Petra Magoni, cantante ed ex moglie del musicista Stefano Bollani, è stata accusata di non aver voluto eseguire un tampone per il Covid prima del suo concerto in provincia di Lucca. Il concerto è stato annullato: «Non sono una no vax», ha spiegato la cantante al Corriere dopo che gli organizzatori di Stanno tutti bene Festival hanno pubblicato su Facebook un post in cui chiedevano scusa al pubblico per l’annullamento dell’evento:
«Stasera non ci sarà il concerto di Musica Nuda. Chiediamo scusa al nostro pubblico ma chi ci segue dal 2020 lo sa: la nostra linea è da sempre la responsabilità nei confronti di una comunità che cerca da due anni di ripartire.
Il mondo dello spettacolo necessita di un forte sostegno e noi siamo dalla parte degli artisti. A fronte di una comunicazione chiara e netta sulla necessità di avere una dimostrazione di negatività al virus conforme alle direttive del sistema sanitario nazionale, ci è stato comunicato un rifiuto da parte dell’artista Petra Magoni di seguire la direttiva di comportamento definita da Stanno Tutti Bene che fa riferimento alle indicazioni del DECRETO-LEGGE 23 luglio 2021, n. 105. Rappresenta una mancanza di rispetto nei confronti di quanti – operatori del mondo dello spettacolo, volontari – lavorano da mesi per rendere possibile questo spazio di condivisione.
Ecco perché non potremo ascoltare un concerto a cui tenevamo molto».
Sempre sul Corriere, la cantante ha risposto: «Ho soltanto avuto l’ardire di farmi e fare delle domande. Nella corrispondenza via e-mail agli organizzatori nei giorni precedenti ho sollevato dubbi sulla legittimità della richiesta, che non era contemplata negli accordi iniziali. Nel decreto legge in vigore da ieri non ci sono disposizioni riguardo chi sta lavorando (camerieri, cuochi ma anche artisti e tecnici) ma solo verso chi sta fruendo del servizio». Secondo Petra Magoni poi «Assomusica (il sindacato dei musicisti) ha inviato un comunicato dove specifica chiaramente che tecnici e musicisti non sono tenuti ad avere il green pass per svolgere il proprio lavoro. I parlamentari sono esenti, visto che alla Camera lavorano, quindi mi chiedo se ancora una volta il nostro non venga considerato tale. Inoltre chiedevo a che titolo avrebbero potuto controllare il mio tampone (che avevo con me) trattandosi di dati sensibili come specificato dal Garante della privacy».
La cantante ha spiegato poi che «la corrispondenza via e-mail mi è sembrata sempre cordiale e rispettosa, quindi mai mi sarei aspettata l’aggressività che mi sono trovata ad affrontare. Alla fine mi ero anche resa disponibile a fare il tampone in loco, e mi sono messa in fila, ma me lo hanno negato. Il tutto condito con una maleducazione che mai avevo sperimentato. Sinceramente ci sono rimasta molto male». Per l’artista l’abuso di tamponi «è pericoloso e anche dannoso, quindi vorrei farli solo lo stretto necessario. Avendo concerti quasi ogni sera sottoporsi, sana e senza alcun sintomo a questo trattamento sanitario diventa una tortura e in passato più volte mi è uscito sangue dal naso, si sono formate delle croste che ai tamponi successivi si riaprivano. Certo non è piacevole, e ci sono già studi che confermano la pericolosità dei tamponi per l’apparato fonatorio». «Non sono una no vax, ho preso da poco un’antitetanica, non criminalizzo i vaccini né li trasformo in un dogma». E alla domanda se si fosse vaccinata per il Covid risponde: «È un dato sensibile che tengo riservato come consente la legge sulla privacy».