Peter Gabriel costretto a spiegare la sua posizione sull’intelligenza artificiale | Rolling Stone Italia
AI, che male

Peter Gabriel costretto a spiegare la sua posizione sull’intelligenza artificiale

Lancia un contest legato alla rielaborazione dei suoi video, la gente gli dà del venduto. Ora puntualizza: «Il copyright va difeso, ma l'AI non si può fermare»

Peter Gabriel costretto a spiegare la sua posizione sull’intelligenza artificiale

Peter Gabriel nel lancio del contest 'Diffuse Together'

Il tempismo non è stato felice. Tre giorni fa Peter Gabriel ha lanciato un contest. Si chiama Diffuse Together i/o Edition ed è sviluppato in partnership con Stability AI. In sostanza, Gabriel ha chiesto agli utenti di produrre con l’intelligenza artificiale video di i/o, Playing for Time, The Court, Panopticom (quattro pezzi dal prossimo album i/o), Sledgehammer e Don’t Give Up. Il 5 maggio verranno annunciati i vincitori.

Unico problema: in quel momento, e ancora oggi, si stava discutendo online delle implicazioni negative dell’applicazione dell’intelligenza artificiale alla musica, un dibattito rinato dopo la pubblicazione di Heart on My Sleeve, una canzone che mima gli stili di Drake e The Weeknd (ne abbiamo scritto qui).

Risultato: Gabriel è stato molto criticato, con commenti del tipo «venduto», «che delusione vederti associato a un’azienda non etica: ti pagano a sufficienza per ignorare il fatto che usano arte e immagini senza alcun riguardo per chi le crea e ne detiene il copyright?», «cancella il tweet prima che la tua reputazione di creativo sia irrimediabilmente compromessa», «ti rispettavo come artista, complimenti per avere buttato tutto nel cesso» e così via.

Il punto, per chi è nuovo al dibattito, è che le attuali legislazioni che regolamentano il diritto d’autore non tengono conto delle innovazioni portate dell’intelligenza artificiale. In buona sostanza, gli autori non sono protetti dall’uso che viene fatto delle loro opere (canzoni, fotografie, testi, video, tutto) utilizzate per addestrare l’AI e per generare nuove creazioni.

Gabriel si è sentito in dovere di ribattere alle critiche che gli sono piovute addosso. «Sono rimasto turbato dalle reazioni negative al contest con Stability AI e voglio spiegare la mia posizione», scrive sul suo sito ufficiale. «Diritti e copyright sono fondamentali per gli artisti e ne sono da tempo uno dei difensori. Un artista dovrebbe essere messo nella posizione di poter scegliere se stroncare oppure partecipare guadagnando da un’operazione in cui il suo lavoro viene copiato a scopo di lucro. Se qualcuno ritiene legittimamente che il proprio diritto d’autore sia stato violato dal contest, lavoreremo con Stability AI per eliminare il video fino a quando la controversia non sarà risolta».

Gabriel spiega che non è una questione di soldi: «Non ho ricevuto alcun compenso da Stability AI. Il progetto è nato da una chiacchierata col fondatore Emad Mostaque e da un successivo incontro col suo team. È stato concepito come un’attività ludica e creativa, non come un modo per far soldi».

«Il mondo sta per essere radicalmente trasformato dall’AI. Molti la vedono come un nemico, ma può fornire straordinari strumenti scientifici, funzionali e creativi, oltre a migliorare l’istruzione e l’assistenza sanitaria di miliardi di persone. Vi sono anche molti pericoli intrinseci e li dobbiamo affrontare con urgenza. I cambiamenti apportati dall’AI sono inarrestabili, proprio come quelli portati dalla ruota o dalla rivoluzione, ma possiamo chiaramente influenzarli».

«Ho sottoscritto l’appello firmato tra gli altri da Max Tegmark, Steve Wozniak ed Elon Musk per chiedere di fermare il lancio di nuove AI per sei mesi al fine di darci il tempo di capire cosa si deve fare. Ma se non usiamo questo tempo per sperimentare e per imparare da ciò che abbiamo già creato, come possiamo sperare di capirlo?».

«Dobbiamo difendere i diritti e copyright degli artisti dall’AI? Assolutamente sì. Dobbiamo difendere i diritti umani e la democrazia dall’AI? Assolutamente sì. L’AI è un prodotto della nostra specie e dobbiamo trovare il modo di incorporare negli algoritmi l’etica, la compassione e la saggezza che tanto apprezziamo» anche perché «le possibilità creative che l’AI apre sono entusiasmanti e trasformative. Ho provato un’emozione simile quando i computer sono entrati nel mondo della musica offrendoci campionatori e rhythm machine che, a loro volta, hanno aperto nuovi mondi per la creazione di musica».

«Quando il futuro si mostra tanto chiaramente e scorre veloce come un fiume dopo la tempesta, la cosa più saggia da fare è nuotare con la corrente. L’intelligenza artificiale è qui. Impariamo come possiamo cambiarla e farla evolvere al meglio».

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