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Perché si sta parlando di Guè Pequeno, Marracash e del boss della Barona

'Il Fatto Quotidiano' riporta una nota conclusiva della polizia penitenziaria a un indagine dove si parla di saluti dal palco a Nazzareno Calajò, in carcere per spaccio di droga

Marracash e Guè Pequeno

Marracash e Guè Pequeno in concerto insieme nel 2017

Foto: Francesco Castaldo/Archivio Francesco Castaldo/Mondadori via Getty Images

Un nota conclusiva della polizia penitenziaria allegata all’indagine dei pubblici ministeri Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco racconta di saluti ai live di due grandi del rap rivolti a un boss. I nomi sono quelli di Marracash, alias Fabio Bartolo Rizzo, e Guè Pequeno, ovvero Cosimo Fini. E il boss è il ras della Barona, Nazzareno Calajò, detto Nazza. A riportare l’inchiesta è Il Fatto Quotidiano, che specifica anche che Marra e Guè non sono né indagati né coinvolti nell’inchiesta e, per ora, non hanno voluto commentare.

Nella nota si parla del 10 luglio scorso all’Ippodromo di San Siro e dell’assist di Guè dal palco al boss: «Nazza libero, Free Nazza! Una mano su!». In quel momento, scrive sempre Il Fatto, Calajò era in carcere da aprile per traffico di droga. Il 22 settembre 2022 al Forum, scrive la polizia penitenziaria, era stata la volta di Marra: «Ci tengo a ringraziare la gente del mio quartiere venuta a queste serate. Mattia (Mattia Di Bella, in arte Young Rame), Kalash (Alessandro Calaiò), Momo e soprattutto il grande zio Nazza. Un abbraccio!». In quel momento Nazza è ai domiciliari e il figlio Kalash invece in carcere. Il cugino Luca Calajò manda i video fatti al concerto alla zia e alla moglie del boss, con il messaggio: «Fai un video, lo zio che ringrazia Marracash, l’ha salutato davanti a tutti, fai fare un video allo zio ».

La polizia penitenziaria scrive ancora: «È noto che la famiglia Calajò domini il quartiere Barona e il suo predominio lo ha ottenuto anche grazie al consenso di parte della popolazione residente, alimentato mediante numerose comparse dei principali esponenti della famiglia criminale nei videoclip di famosi cantanti rapper come Guè Pequeno, Marracash e Young Rame il cui tema principale è l’ostentazione del lusso, del denaro facile e l’esaltazione della violenza». Ancora: «La fama e il successo dei rapper sono un utile tornaconto per i Calajò e una perfetta cassa di risonanza per la sua professata innocenza ».

E il Nazza intercettato spiega: «Altro che non servono a un cazzo i cantanti, i cantanti servono!».E sostiene che gli dedichino anche delle canzoni: «Adesso m’hanno fatto una canzone per me Marra, Guè e lui (Young Rame). Compongono le canzoni per me! Hai capito?! Guè pure mi ha fatto una canzone, Il tipo ». E ancora: «In un fotogramma del videoclip del brano Love, interpretato da Marracash e Guè Pequeno, sono presenti Alessandro e Nazzareno Calajò insieme a Marracash e Young Rame».

Chiude la Procura: «La massima espressione della solidarietà dei cantanti alla famiglia Calajò è la produzione di magliette con l’effigie “Nazza Libero” e “Verità per Nazza” indossate dai cantanti nei loro videomessaggi sui social».