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Perché i Grammy Award non sono Sanremo

Cosa hanno in comune il festival della canzone italiana e i premi della musica made in USA? Niente. O forse tutto.

Sam Smith ha trionfato ai Grammy, Arisa ha vinto lo scorso Festival di Sanremo

Sam Smith ha trionfato ai Grammy, Arisa ha vinto lo scorso Festival di Sanremo

Accostare Sanremo alla premiazione dei Grammy Award non è del tutto corretto. Lo facciamo lo stesso (haha!). Questo perché la fatale vicinanza dei due eventi sta già forzando il paragone all’interno del garrulo mondo dell’opinionismo musicale: sappiamo per certo che è l’argomento del giorno tra i circa ventinove milioni di inviati approdati in Riviera per seguire il Festival questa settimana.

Ma lo facciamo anche per (…Dio ci perdoni) difendere Sanremo dal paragone, ricordando per esempio che un conto è presentare nuove canzoni sperando che piacciano, un altro è farsi belli con successi già consolidati, noti al pubblico mondiale fin dal 1 ottobre 2013. E tuttavia, ponendo a confronto certe differenze, chi lo sa: potremmo persino (Dio ci perdoni di nuovo – sempre che lo abbia fatto prima) aiutare Sanremo.

Il presentatore
LL Cool J, 48 anni, è dal 2012 il presentatore dello show, trasmesso dalla CBS. Ha vinto due Grammy. Ha venduto diversi milioni di dischi, specie con l’album Bigger and deffer, 1987. In verità il suo ultimo album, Authentic, non è andato benissimo: n.23 in classifica, nonostante la presenza di Snoop Dogg, Eddie Van Halen, Chuck D, Tom Morello, Earth, Wind & Fire.

Carlo Conti, 53 anni, ha inciso tre album: Animali di città, Carnevalestro:metà Carnevale, metà San Silvestro, e Aria Fresca, con alcuni comici, tra i quali – sorpresa – Giorgio Panariello. Nel 1984 ha pubblicato il 45 giri It’s all right, it’s ok, sigla della trasmissione Aloha Disco Show. Nessuno dei titoli citati è entrato in classifica. Nonostante in Animali di città ci fossero Eddie Van Halen, Snoop Dogg… No, sciocchi: c’era Leonardo Pieraccioni. Che strano.

I premi
I premi Grammy sono 83 (ecco tutti gli ultimi vincitori), numero in costante aumento. Di alcuni non si parla mai a dovere, tipo quelli per le migliori note di copertina su un album, o il miglior disco di monologhi (la scomparsa Joan Rivers ha battuto James Franco e l’ex presidente Jimmy Carter). A Sanremo 2015 verranno attribuiti 11 premi, tra i quali uno al testo, uno alla miglior cover, il premio Emanuele Luzzati al vincitore di SanremoSocial, due premi della Sala Stampa, e due della Critica. Sala Stampa e Critica non sono la stessa cosa. Interessante, questo.

Audience
Quella dei Grammy è in crescita, si attesta intorno ai 29 milioni di spettatori; è inferiore a quella degli Oscar, e terribilmente inferiore a quella del Super Bowl. Per dare un’idea, Katy Perry, lo scorso fine settimana, è stata vista in diretta da 114 milioni di americani. Sanremo per contro è il primo evento tv italiano, purché negli anni privi di Mondiali di calcio: nel 2014 Italia-Uruguay ha totalizzato 19 milioni, Sanremo circa la metà: 9 milioni 347mila. Ma va detto che nel 2013 sono stati quasi 13 milioni. Del resto è stato l’anno di Toto Cutugno con l’Armata Rossa: chi non lo ha guardato, perché mai possiede un televisore?

Giuria
Sanremo ha un sistema tremendo, il cui scopo è far presumere che tutti (gli Esperti, i 62 milioni di giornalisti musicali presenti, il popolo sovrano da casa) abbiano voce in capitolo. Le quote per i voti nel delicatissimo equilibrio di poteri cambiano in modo strampalato da una serata all’altra. Tra gli Esperti c’è gente che ne sa (Claudio Cecchetto, Carlo Massarini, Andrea Mirò) così come alcuni volti Rai messi lì per puro LOL.

Però occhio: le votazioni per i Grammy sono ben più deliranti di così. I criteri per far parte del comitato votante sono bizzarri, tipo aver pubblicato 12 brani, con almeno uno negli ultimi 5 anni, o esser raccomandato da uno già nel comitato. I nomi non sono pubblici, e nessuno può dire di far parte del comitato o rilasciare interviste. Chi fa parte di questo clan di incappucciati dal numero incerto può ritrovarsi a votare anche per il Grammy per il miglior cofanetto, o per l’artista Latin Rock Urban. Così succedono cose amene, tipo Can’t slow down di Lionel Richie miglior album dell’anno ai danni di Born in the Usa di Bruce Springsteen o Purple rain di Prince. E se Vasco può lamentarsi (o vantarsi) di non aver mai vinto Sanremo, si può consolare: Bob Marley, Chuck Berry, Jimi Hendrix, Queen, Guns’n’Roses, Ramones, Run DMC, Bjork, gli Who, Janis Joplin e Iggy Pop non hanno mai vinto un Grammy.

Ospiti
Grammy: se chi vince non ha voglia di fare una performance epocale, può limitarsi ad andare lì, ritirare il suo grammofonino e tanti saluti. Cosa che parrebbe sensata, data la quantità di premi. Ma curiosamente, nonostante 83 (ottantatre!) premi, sono invitati anche ospiti che non in nomination: se Madonna ha bisogno di lanciare il suo imminente disco, si presenta lì con i ballerini cornutoni e le chiappe a ciel sereno, e hai voglia a lasciarla fuori, con tutti i media che non chiedono altro.

Analogamente, gli AC/DC hanno suonato pur non essendo nominati, mentre Jack White, Clean Bandit e Aphex Twin non hanno suonato pur avendo vinto. Sanremo: ospiti del 2015 saranno Imagine Dragons, Saint Motel, Tiziano Ferro, Psy, Spandau Ballet, Pfm, Ed Sheeran e Giovanni Allevi. Un grosso spazio sembrerebbe previsto per i SUPER ospiti, ovvero Nannini, Antonacci e Al Bano e Romina, che sono attesi per la serata inaugurale, e con ben tre pezzi. Dite quello che volete, ma è lì che ci aspettiamo il picco di tweet (vi aspettiamo su @DivanoRolling).

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