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Paul Stanley dei Kiss contro «la moda triste e pericolosa» della transizione di genere

Per il musicista, i genitori non dovrebbero normalizzare, né tantomeno incoraggiare il cambio di identità di genere dei figli. «C’è stato un tempo in cui anch'io mi “sentivo carino”. Sono contento che i miei non siano saltati a conclusioni avventate», ha aggiunto Dee Snider dei Twisted Sister

Foto: Kevin Winter/Getty Images

Per qualche motivo, Paul Stanley dei Kiss si è espresso su quella che chiama «moda triste e pericolosa» della transizione di genere dei ragazzi che i genitori «normalizzano e a volte anzi incoraggiano». Il tweet non è passato inosservato e ha suscitato varie reazioni.

«C’è una bella differenza fra l’educare all’accettazione e la normalizzazione se non l’incoraggiamento all’adesione a uno stile di vita che confonde i ragazzi a tal punto da far loro mettere in dubbio l’identificazione sessuale come se fosse una sorta di gioco, in alcuni casi con la approvazione dei genitori», ha twittato Stanley due giorni.

«Da adulti gli individui» continua Stanley «possono decidere che nel loro caso la riassegnazione è necessaria. Un’altra cosa è trasformarla in un gioco o far sì che i genitori la normalizzino come se fosse una alternativa naturale spingendo a intraprendere un percorso che lo porta lontano dall’innocenza del gesto di un bambino a cui piace giocare mettersi i vestiti della sorella o di una bambina che indossa quelli del fratello».

Di fronte a minorenni che non conoscono la sessualità ma «si divertono a usare i pronomi e a dire al mondo come si identificano», secondo Stanley i genitori fanno l’errore di «confondere l’educazione all’accettazione con la normalizzazione e l’incoraggiamento» di quella che è diventata «una moda triste e pericolosa».

Non sono mancate le reazioni. Improvvisamente il musicista dei Kiss, una band un tempo odiata dalla destra americana perché considerata “satanica”, è diventato un eroe dei conservatori. «C’è un gran bisogno di gente che si faccia avanti e denunci questa malvagità», si legge ad esempio sull’account di Gays Against Groomers. Per Michael Young del Center for Renewing America «siamo all’inizio di una nuova era in cui è socialmente accettabile per artisti, gente di cultura e celebrità opporsi al nonsense del gender».

Sono solo due esempi. È intervenuto anche Dee Snider dei Twisted Sister. «Sai cosa?», ha scritto. «C’è stato un tempo in cui anch’io “mi sentivo carino”. Sono contento che i miei non siano saltati a conclusioni avventate. Ben detto, Paul»

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