Paola Zukar e Clementino, il rapporto manager-artista spiegato a WOLF | Rolling Stone Italia
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Paola Zukar e Clementino, il rapporto manager-artista spiegato a WOLF

Ospiti delle nostre interviste per WOLF | HUNGRY FOR LIFE, due figure dominanti del rap italiano ci hanno spiegato cosa significa lavorare assieme per raggiungere un obiettivo

Wolf

Spiegare la musica limitandosi a chi sale sul palco o a chi pubblica un disco è raccontare una storia tronca. Quando guardiamo alla carriera di un artista che amiamo non possiamo dimenticare che ogni suo step è stato possibile grazie ad un lavoro di team. Il talento, questo è certo, è proprietà dell’artista, ma le possibilità di esprimerlo nelle migliori condizioni e con il miglior tempismo sono spesso opera di un team o, ancor più nel dettaglio, di un manager, ruolo strategico per ogni carriera artistica.

C’è chi ha utilizzato questo ruolo proprio per creare arte, come Malcom McLaren, l’inventore dei Sex Pistols, chi si è dedicato solo ed esclusivamente ad un artista, come il colonnello Tom Parker con Elvis Presley, e chi invece ha scovato la più importante band della storia, come Brian Epstein con i Beatles: la figura del manager è delicata quanto necessaria.

Nel nostro ciclo di interviste di Rolling Stone per WOLF, il lifestyle program che indaga i retroscena dell’industria musicale attraverso le voci di artisti e addetti ai lavori che ci piacciono per scoprire cosa accade dietro le quinte di quel mondo, abbiamo avuto il piacere di parlare – in due differenti interviste – con una celebre coppia manager-artista italiana: Paola Zukar e Clementino.

Se la musica italiana ad un certo punto è stata conquistata dal rap il merito è suo. Genovese di nascita, formatasi come giornalista su Aelle, storico magazine della cultura hip hop, Paola Zukar è la persona che ha scoperto e accompagnato Fabri Fibra («l’ho trovato da subito eccezionale») al successo con Applausi per Fibra, un brano spartiacque nella storia della musica italiana. Come i migliori colleghi internazionali, Zukar nella sua carriera ventennale ha deciso di seguire solo pochissimi artisti. Oltre a Fibra, è infatti manager di Marracash, Madame e Clementino.

«Quando l’ho conosciuta la sua fama la precedeva» racconta Clementino ricordando il momento della conoscenza con Zukar, «è un personaggio unico e dallo stile eclettico, ha valorizzato le mie sfumature artistiche, tra pregi e difetti». Un percorso unico, quello di Clementino. Cresciuto in una famiglia di teatranti con il sogno per il cinema (che riuscirà a raggiungere nel 2015 non fermandosi più), si è formato come animatore nei villaggi turistici («l’ho fatto per dieci anni, mi ha insegnato il potere della comunicazione»), facendosi un nome nel rap a furia di vittorie nelle competizioni nazionali di freestyle. Una lunga gavetta cominciata con la vittoria di Tecniche perfette nel 2004 e che sono nel 2015 con Miracolo! porterà al primo posto in classifica dei dischi più venduti in Italia. A tal proposito Zukar afferma: «Oggi molti credono che il successo, appena fai una hit, rimane per sempre. Ma in realtà è sempre più effimero. Serve una visione comune e non aver fretta: ci sono dei tempi di rispettare, e ci vuole coerenza e determinazione per portare avanti il proprio discorso su più fronti in contesti diversi». Una descrizione perfetta per raccontare il percorso fatto passo a passo con il rapper napoletano.

Un percorso a due quindi. Da un lato il manager («un ruolo di diplomazia e mediazione, l’interfaccia dell’artista con tutte le realtà attorno: la casa discografica, il promoter, i brand», come spiega Zukar) che deve salvaguardare, proteggere e valorizzare il talento del proprio cliente e dall’altra l’artista che deve trovarsi nelle migliori condizioni per poter lavorare alla propria arte. Ma cosa ha visto Paola Zukar, una che di artisti nella vita ne ha scelti così pochi (Fabri Fibra, Marracash, Madame, mica male come scelte, no?), in Clementino? «Clemente è proprio Pulcinella, the black Pulcinella citando un suo disco. Il suo spirito è quello di intrattenere. Che sia la gavetta nei villaggi o in televisione, lui è proprio quello che nell’hip hop si chiama MC, il master of ceremonies, colui che conduce la situazione». E aggiunge: «Riesce ad essere se stesso ovunque, sul palco come in televisione». Qualità che hanno portato Clementino a fare un percorso unico: dalla cima delle classifiche al cinema, con tanto di televisione nazionale, essendo da anni in RAI come giudice di The Voice: «Sono un ribelle e il vero ribelle è quello che va a fare qualcosa che gli altri non si aspettano».

Il rapporto tra manager e artista è quindi una danza a due in cui l’obiettivo è riuscire a comunicare («la comunicazione è la chiave» spiega Clementino) il progetto artistico nel miglior dei modi possibili per renderlo comprensibile e chiaro ad un pubblico, come nelle parole di Zukar: «Pensare a come raccontare un disco o immaginare come portare un progetto alle persone sono i migliori momenti del nostro lavoro, sia per l’artista che per il manager». Il manager deve comprendere le potenzialità dell’artista ed esaltarle, l’artista deve fidarsi e pensare alla propria arte. È un gioco di parti, un filo sottile, un rapporto e un lavoro in continuo mutamento («In vent’anni è cambiato tutto», dice la Zukar), ma sicuramente un unione fondamentale per costruire carriere e non solo hit.