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Oh my god what have you done, cari Chemical Brothers?

In due giorni i Chemical Brothers toccano nord e sud. Abbiamo visto la loro data all'Hydrogen festival di Piazzola sul Brenta. È stato un mix psichedelico che ha tracciato un percorso tra passato e futuro
I Chemical Brothers alle prese con la storia della dance. Foto: Giuseppe Craca

I Chemical Brothers alle prese con la storia della dance. Foto: Giuseppe Craca

Prendete un piano cartesiano in cui su un asse c’è l’elettronica e il rock, e sull’altro c’è da una parte leggenda e dall’altra attualità. I Chemical Brothers finiscono in mezzo, perfettamente. Sono arrivati al punto in cui le cose si mescolano.

Perché la batteria e basso di Block Rockin Beats sono così puri da sembrare registrati in presa diretta in sala prove. Perché quello stile lì, che una volta chiamavamo Big beat, ma oggi chissenefrega, ha attraversato decenni di storia senza invecchiare. È il pop che incrocia la dance che incrocia il rock che incrocia la psichedelia. Le mode? Non servono.

L’approccio trasversale di vent’anni di carriera è tutto visibile nella scaletta. Come farebbero altrimenti a fare entrare in un live Elektrobank, dell’anno 1997, appena prima di I’ll See You There, anno 2015, se non perché sono due canzoni ugualmente pure?

Anche il setting dello show è tutto fuorché futuristico. Niente super produzioni, due megaschermi laterali e uno centrale. Solo verso il finale si vedono muoversi due maxi robot calati dall’alto, che reggono il tempo di due canzoni. Perché una scelta così? Perché non serve altro.

E per chiudere, una coda infinita di The Private Psychedelic Reel. La cosa meno elettronica di tutte, ma che suona come un assolo esasperato di una band prog-rock di cinquant’anni fa. Spento e riacceso di continuo, ogni volta uguale ma con una carica sempre diversa. Le mani nei capelli, prima che in alto, a chiedersi «Oh my god what have you done?», perché è stato così bello.

Questo live è la summa di tutti questi anni di carriera, accesi dalle novità dell’ultimo Born in the Echoes. Accontenta i fan dell’ultim’ora che hanno scoperto Go e il suo groove grazie agli adv su Spotify e fa commuovere quelli che risentono Surrender, e pensano al loro disco comprato nei viaggi a Londra ben prima degli anni Duemila, adesso custodito in cameretta.

Facciamo i puristi? No, non c’è Ed Simons in tour, come si può intuire dalle immagini qui sotto, che si è preso una pausa “accademica”, ma poco cambia. Tom Rowlands è in coppia per questo giro con Adam Smith, che da sempre segue i loro tour ed è diventato con il tempo il fratellastro dei due Bros.

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