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«Non volevo mancarle di rispetto»: Diane Warren e la polemica su Beyoncé

L'autrice si è domandata come mai servissero 24 persone per scrivere una canzone. Dall'esercito di Queen Bey ha ricevuto qualche insulto e una lezione sull'arte del campionamento nella black music

«Non volevo mancarle di rispetto»: Diane Warren e la polemica su Beyoncé

Diane Warren

Foto di Jamie McCarthy/Getty Images

Come sempre, Beyoncé sta facendo parlare di sé. Ma se, fino ad oggi, eravamo abituati ad una conversazione quasi esclusivamente entusiasta sul lavoro di Queen Bey, per la prima volta attorno all’artista americana si sta respirando un’aria fin troppo densa. Renaissance, il suo primo album in sei anni, ha portato con sé una serie di plausi, ma anche una lunga di scia di polemiche.

Negli ultimi giorni, l’artista è stata al centro di una serie di spiacevoli situazioni. Kelis l’ha attaccata per non aver chiesto il permesso per l’utilizzo del sample di Milkshake mentre la giornalista Diviney l’ha accusata di discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità per l’utilizzo della parola spaz (un termine ritenuto offensivo) all’interno suo brano Heated. Una portavoce di Beyoncé ha assicurato che la parola verrà cambiata al più presto.

L’ultimo fuoco ad accendersi, in ordine cronologico, arriva da Diane Warren, la più importante delle autrici americane (candidata a ben 13 premi Oscar per la categoria Miglior canzone a cui, il prossimo anno, verrà consegnato un Oscar alla carriera e a cui dobbiamo – tra l’altro – I Don’t Want To Miss A Thing degli Aerosmith), che in un tweet si è domandata: «Come è possibile che ci siano 24 autori per una sola canzone?»

Il riferimento, non esplicitato da Warren, è al brano Alien Superstar di Beyoncé, in cui sono accreditati 24 differenti autori: Beyoncé, Jay-Z (menzionato come S. Carter), Honey Redmond, Christopher Lawrence Penny, Luke Francis Matthew Solomon, Denisia Andrews, Brittany Coney, David Debrandon Brown, Dave Hamelin, Timothy Lee McKenzie, Danielle Balbuena, Rami Yacoub, Leven Kali, Atia Boggs P/K/A Ink, Levar Coppin, Saliou Diagne, Mike Dean, Robert Francis Anthony Manzoli, Richard Peter John Fairbrass, Christopher Abbott Bernard Fairbrass, John Michael Holiday, Barbara Ann Teer, Kim Cooper e Peter Rauhofer. Naturalmente non tutti i nomi citati hanno attivamente preso parte alla scrittura del brano; alcuni rientrano poiché autori dei campionamenti presenti all’interno della canzone. Alien Superstar infatti contiene sample di I’m Too Sexy di Right Said Fred, Moonraker di Foremsst Poets e Unique di Danube Dance feat. Kim Cooper

Il tweet di Warren ha acceso gli animi dei fan di Beyoncé, oramai un esercito schierato al servizio della regina, che in mezzo ad inutili commenti offensivi (ci sarebbe da domendarsi come mai il pubblico politicamente corretto di Beyoncé diventi così spesso politicamente scorretto nei confronti dei suoi detrattori?), ha però trovato l’occasione per essere costruttivo, spiegando all’autrice la storia della collaborazione e del campionamento all’interno della black music.

A pensarci è stato The-Dream, uno dei più importanti producer americani del momento, nonché produttore coinvolto in Renaissance: «Intendi come mai la black music ha così tanti autori? È tutto iniziato quando non potevamo permetterci le attrezzature necessarie per far musica, è così abbiamo iniziato a campionare, trasformando questa tecnica in una forma d’arte, una parte fondante della cultura hip hop in America».

A quel punto Warren ha ammesso di non conoscere la storia del campionamento in relazione alla cultura black, rispondendo a The-Dream: «Non voleva essere un attacco e non volevo mancare di rispetto. Non conoscevo questa storia e ti ringrazio per avermene parlato».

Warren, ad un’ora dalla pubblicazione del primo tweet, e dopo un’ondata di commenti, ha aggiunto: «Non voleva sembrare subdola, sono solo curiosa». E quando un utente le ha invece chiesto ironicamente come fosse possibile che «dopo 80 anni a fare questo lavoro» non sapesse come funzionano i campionamenti, lei ha risposto, laconica: «Non li uso».

Raggiunta da Rolling Stone US, ha infine dichiarato: «Con il mio tweet non volevo mancare di rispetto. Amo il nuovo album di Beyoncé, è un’artista pazzesca che ammiro immensamente e con la quale ho collaborato in passato». Ha infine aggiunto: «Ogni collaboratore che ha lavorato a questo disco dovrebbe essere celebrato».

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