La scorsa settimana su alcuni giornali e siti di informazione i Massive Attack erano stati accusati di utilizzare una tecnologia per il riconoscimento facciale durante i loro show. Il motivo era legato al fatto che nel loro tour, durante il brano Girl I Love You, la band aveva fatto uso di una tecnologia per proiettare sui maxischermi i volti dei presenti nel pubblico con relativi dati sensibili e biometrici.
I Massive Attack stavano quindi registrando, analizzando e conversando immagini e dati delle persone senza il loro consenso? Ovviamente no. Il software utilizzato dalla band, realizzato da United Virtual Artist, un collettivo britannico che lavora su installazioni interattive, è in realtà una messa in scena per dimostrare quanto possa essere facile far uso di queste tecnologie. Nessun dato è stato raccolto o conservato. Era tutta una simulazione.
La conferma, se necessaria, arriva con un comunicato della band, intitolato Non è ciò che non è, in cui ha voluto chiarire la situazione.
«La scorsa settimana, diverse piattaforme, tra cui Somewhere.Media, Hidden e altre, hanno pubblicato articoli relativi al nostro spettacolo e all’apparente utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale in tempo reale. Attraverso le camere di duplicazione senza cervello degli account IG generati dall’intelligenza artificiale, la ‘notizia’ si è così presto ingigantita e, tra le piattaforme di intrattenimento e il clonethink dell’intelligenza artificiale, niente e nessuno si è preoccupato di verificare i fatti. Inesattezze e bugie hanno proliferato insieme ai like e alle condivisioni. Somewhere.Media non si è avvicinata minimamente agli standard di base del giornalismo, affermando che il materiale dello spettacolo era stato “prelevato da database pubblici”».
Continua la band: «Prima cosa: in nessun show dei Massive Attack sono stati registrati o conservati dati personali. Seconda: Solo i dipartimenti governativi, le autorità competenti e gli appaltatori autorizzati possono accedere alle banche dati pubbliche nel Regno Unito, e farlo in più città/paesi sarebbe impossibile». «Il nostro sistema funziona solo live usando un semplice di riconoscimento facciale combinato con un “database” fittizio di informazioni assegnati in modo causale ai volti. È una provocazione sull’iper-espansione del capitalismo della sorveglianza e ha funzionato piuttosto bene».
«Mentre l’economia dell’attenzione digitale ci ha concesso la vostra limitata attenzione, potreste notare che quando non arrestano pensionati coi loro manifesti per terrorismo, il governo britannico (e in particolare le sue forze di polizia) sta superando quasi tutte le altre democrazie occidentali in quanto a uso del riconoscimento facciale pubblico… mentre non esiste una legislazione specifica che regoli l’uso di questi sistemi da parte della polizia».











