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Nirvana, respinta la causa del bambino della copertina di ‘Nevermind’ contro la band

Spencer Elden, che ora ha 30 anni, aveva chiesto 150 mila dollari per la foto in cui nuotava in piscina quando aveva quattro mesi, definendola "sfruttamento sessuale di minori"

Nirvana, respinta la causa del bambino della copertina di ‘Nevermind’ contro la band

Spencer Elden sulla copertina di 'Nevermind' dei Nirvana


Un giudice ha respinto la causa che sosteneva che il bambino nudo intento a inseguire sott’acqua una banconota da un dollaro sulla copertina di Nevermind dei Nirvana costituisca un caso sfruttamento sessuale di minori. Lo confermano i report della BBC e i documenti consultati da Pitchfork. L’ex bambino in questione, Spencer Elden, che ora ha 30 anni, ha affermato di aver subito «danni permanenti» dovuti alla copertina dicendo che è stato costretto a «atti sessuali a fini commerciali» quando aveva meno di 18 anni.

«Il danno permanente di cui ha sofferto include, ma non si limita ad esso, stress emotivo estremo e permanente con manifestazioni fisiche, interferenze col normale sviluppo educativo, perdita di guadagni, spese per far fronte a problemi medici e psicologici, perdita della gioia di vivere e altre perdite che saranno descritte e provate al processo».

Morale: Elden aveva chiesto 150 mila dollari di danni da ognuna delle persone coinvolte, una lista che va dagli ex membri dei Nirvana all’art director Robert Fisher passando per Courtney Love (in quanto erede di Kurt Cobain) e il fotografo Kirk Weddle.

Il mese scorso, un avvocato della band aveva chiesto l’archiviazione della causa. L’avvocato ha aggiunto che i termini di prescrizione sulle richieste erano scaduti nel 2011. I legali di Elden avevano tempo fino al 30 dicembre per rispondere alla mozione di rigetto, ma hanno mancato la scadenza.

Nella mozione, l’avvocato dei Nirvana e delle loro parti in causa ha affermato che molto prima della scadenza della prescrizione, “Elden sapeva della fotografia e sapeva che lui (e non qualcun altro) era il bambino nella foto”, sostenendo anche che, per anni, Elden avesse partecipato a campagne a pagamento ricreando l’immagine di copertina, oltre a farsi tatuare sul petto il titolo dell’album. Se l’affermazione di Elden fosse vera, ha detto, tutti coloro che possedevano la copertina dell’album sarebbero “colpevoli di possesso di materiale pedopornografico”.

Ora Elden ha tempo fino al 13 gennaio per ripresentare il caso con gli appropriati cambiamenti.

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