Nick Cave: «Sì, dopo la morte di mio figlio sono diventato un hippie da cartolina» | Rolling Stone Italia
Nel nome dell'amore

Nick Cave: «Sì, dopo la morte di mio figlio sono diventato un hippie da cartolina»

L’arte di rispondere con classe alle critiche, anche dure: piccolo saggio su come un evento devastante ha cambiato l’artista, strappandolo dal culto dell'odio e del disprezzo

Nick Cave: «Sì, dopo la morte di mio figlio sono diventato un hippie da cartolina»

Nick Cave all'Arena di Verona

Foto: Giuseppe Craca

«Sì, dopo la morte di mio figlio forse sono diventato un hippie da cartolina». Lo scrive Nick Cave sul suo blog d’autore Red Hand Files. Ermine da Grand Marais, negli Stati Uniti, rimprovera a Cave d’essere diventato un «Hallmark card hippie», ovvero un hippie da bigliettino d’auguri, un personaggio buono da cartolina, dopo essere stato un artista eccitante e pericoloso.

«Gioia, amore, pace. Che vomito!», scrive Ermine. «Dove sono finite la rabbia, la collera, l’odio? Ultimamente leggere i tuoi scritti è un po’ come ascoltare un vecchio predicatore che non fa che blaterare durante la messa della domenica».

Nick Cave le risponde andando dritto al punto: «Le cose sono cambiate dopo la morte del mio primo figlio. Io sono cambiato. Nel bene e nel male, la rabbia di cui parli ha perso ogni fascino ai miei occhi e sì, forse sono diventato un hippie da cartolina. L’odio non m’è più sembrato tanto interessante. Mi sono liberato di quei vecchi sentimenti come uno strato di pelle di cui disfarsi. Erano a loro modo vomitevoli».

«C’era della nobiltà nell’essere incasinato, incazzato col mondo, sprezzante nei confronti della gente e pensare che il mio disdegno avesse un qualche valore. Odiare questo e quello, assicurarsi che tutti non solo lo sapessero, ma lo provassero. Disprezzare la bellezza, disprezzare la gioia, disprezzare la felicità degli altri. Alla fine questo comportamento m’è sembrato, come dire, stupido».

«Quand’è morto mio figlio ho dovuto affrontare un dolore autentico e senza alcuno sforzo quella posa di disprezzo nei confronti del mondo ha cominciato a traballare per poi crollare. Ho cominciato a capire quanto precarie e vulnerabili sono le cose del mondo e ho cominciato a preoccuparmene. Improvvisamente ho sentito l’urgenza di dare come minimo una mano a questo bellissimo, terribile mondo, al posto di limitarmi a denigrarlo compiacendomi del mio giudizio».

«Forse Ermine», conclude Cave, «hai ragione tu e davvero mi sono trasformato, nel bene e nel male, da una specie di shit-post in carne ed ossa in un bigliettino d’auguri di Wallmark ambulante. Ma eccoci qua, tu ed io, che ci mandiamo segnali di fumo divisi da una grande distanza ideologica. Ciao Ermine, io blatero, ciao. Con affetto, Nick».

Altre notizie su:  Nick Cave