Neil Young e Eddie Vedder hanno difeso Bruce Springsteen dagli attacchi e dalle minacce di Donald Trump. Com’è noto, nei primi concerti europei del tour con la E Street Band Springsteen ha criticato l’amministrazione Trump. «L’America che amo» ha detto «è nelle mani di un’amministrazione corrotta e di un presidente inadeguato». E ancora: «Provano piacere a infliggere dolore ai lavoratori americani, perseguitano chi fa uso del diritto alla libertà di parola e si schierano coi dittatori».
Trump ha reagito in due tempi. Su Truth ha scritto che il musicista del New Jersey è stupido: «Non è un uomo di talento, solo un viscido e odioso idiota che ha sostenuto con convinzione un corrotto come Joe Biden». È arrivato a minacciarlo di ritorsioni: «Farebbe bene a tenere la bocca chiusa fino a quando non torna in patria». Una volta tornato, «vedremo come gli andranno le cose». In un altro post Trump ha tirato in ballo Taylor Swift, per la quale sembra avere un’ossessione: «Avete notato che da quando ho detto “Odio Taylor Swift” lei non è più hot?».
È poi passato al contrattacco annunciando un’indagine su Springsteen e altre personalità pubbliche che hanno appoggiato Kamala Harris nelle elezioni presidenziali del 2024 apparendo ai comizi della candidata dem: «Quant’è stato pagato Bruce Springsteen da Kamala Harris per la sua mediocre performance durante la campagna per le elezioni presidenziali? Perché ha accettato quei soldi se è un suo fan? Non si tratta forse di un contributo importante e illegale della campagna elettorale? E Beyoncé? Quanto hanno dato a Oprah e Bono?» (Bono non è americano e non ha partecipato alle iniziative di Harris). «Ai candidati non è consentito pagare gli endorsement, cosa che invece Kamala ha fatto con la scusa di pagare momenti di intrattenimento», scrive Trump. «Chiederò un’indagine approfondita su questa vicenda».
Dopo il comunicato della American Federation of Musicians, sono arrivate le parole di Neil Young e di Eddie Vedder dei Pearl Jam. Il primo si è rivolto sul suo sito direttamente a Trump: «Di che ti preoccupi? Bruce e migliaia di altri musicisti pensano che tu stia rovinando l’America. Occupati invece dei bambini che muoiono a Gaza, quello dovrebbe essere il tuo problema. Non mi fai paura. Non la fai a nessuno di noi. Hai chiuso FEMA (l’Ente federale per la gestione delle emergenze che Trump sta ristrutturando, ndr) nel momento in cui ne abbiamo più bisogno. Quello è il tuo problema, Trump. Smetti di pensare a quel che dicono i musicisti rock. Pensa a salvare l’America dai casini che hai creato. Taylor Swift ha ragione. E anche Bruce. Sai cosa penso. Ti preoccupi di più di te stesso che dell’America. Sveglia, Trump! Ti ricordi che cos’è la Casa bianca?».
E ancora: «Ti preoccupi dell’86 47 (la teoria secondo la quale l’ex direttore dell’FBI James Comey avrebbe invocato l’assassinio di Trump conun messaggio in codice, ndr)? Stai dimenticando qual è il tuo vero incarico. Tu lavori per noi». E ancora: «Svegliatevi repubblicani! Quest’uomo è fuori controllo! Abbiamo bisogno di un vero Presidente!».
Anche Eddie Vedder ha difeso Springsteen. Lo ha fatto prima interpretando dal vivo coi Pearl Jam My City of Ruins, poi rivolgendosi al pubblico della PPG Paints Arena di Pittsburgh, Pennsylvania puntando il dito contro «gli attacchi personali e le minacce affinché nessuno usi la propria posizione pubblica e la propria voce o sarà zittito».
«Questa cosa non è permessa in questo Paese che chiamiamo America», ha detto Vedder. «La discussione aperta è una parte della libertà di espressione. Un sano dibattito pubblico fa parte della democrazia. Insultare facendo i nomi non è alla nostra altezza. Bruce è sempre stato pro-America, coi suoi valori e la sua libertà, e il suo senso di giustizia è rimasto intatto. Se lo dico è per essere sicuro che la libertà di espressione esista ancora fra un anno o due».
È vero che Springsteen è stato pagato per appoggiare Kamala Harris come dice il Presidente degli Stati Uniti? Quanto? È una violazione della legge sui finanziamenti elettorali?
Secondo quanto riporta Rolling Stone US, Harris non ha pagato Springsteen o Beyoncé affinché la appoggiassero. Ha pagato le relative società di produzione per le apparizioni e le performance. Si tratta di 165 mila dollari versati alla Parkwood Production Media della popstar per l’apparizione all’evento elettorale di Houston e 76 mila dollari alla Thrill Hill Productions del rocker per la performance in Georgia (la compagnia di produzione di Winfrey sarebbe stata pagata un milione di dollari per un livestream).
Al di là del fatto che non sono cifre da ingaggio di star di quel calibro (per 76 mila euro non fanno apparizioni a pagamento certi cantanti pop italiani, figuriamoci Springsteen), non si tratterebbe di una violazione. Anzi, secondo l’analisi di Rolling Stone US è il contrario. Negli Stati Uniti le leggi sul finanziamento elettorale prevedono che i fornitori di servizi prestati in occasione di eventi siano pagati al prezzo di mercato. I costi diciamo così tecnici di una performance vanno pagati. Qualora non avvenisse, si verrebbe a originare un contributo illegale alla campagna elettorale.