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Neil Young contro Trump: ecco il testo della querela

Ancora non è chiaro se l'abbia depositata formalmente. Il cantautore chiede «il risarcimento dei danni legali nella misura massima consentita per violazione intenzionale del copyright»

Neil Young contro Trump: ecco il testo della querela

Neil Young in concerto a Hyde Park, Londra, il 12 luglio 2019

Foto: Richard Isaac / Shutterstock

Neil Young ha fatto causa a Donald Trump, o comunque ci sta andando molto vicino. Dopo aver dichiarato l’intenzione di procedere giuridicamente contro il Presidente che ha utilizzato alcuni suoi brani durante i comizi e dopo averci ripensato a causa della pandemia, ora le cose si stanno facendo serie. Sul suo sito infatti è apparso il testo della denuncia. Non è chiaro se sia stata depositata o meno, i rappresentanti di Young non hanno risposto alla richieste di delucidazioni.

Nel testo si legge: «Non ci sono e non ci sono mai state licenze o permessi del querelante per suonare le due canzoni [Rockin’ in the Free World e Devil’s Sidewalk] in qualsiasi evento politico pubblico». Young chiede «il risarcimento dei danni legali nella misura massima consentita per violazione intenzionale del copyright».

La causa sostiene che la campagna di Trump abbia “volontariamente ignorato le richieste (di Young) e abbia utilizzato le canzoni nonostante la mancanza di una licenza e con la consapevolezza che la licenza fosse necessaria. Inoltre, in una sezione si legge che, dopo il primo polverone su Rockin’ in the Free World nel 2015, il team di Trump abbia rilasciato una dichiarazione in cui afferma di essersi procurata una licenza, riconoscendo dunque «la necessità di esserne in possesso».

Numerosi artisti hanno condannato i politici per aver usato la loro musica senza permesso, ma spesso purtroppo c’è poco da fare: i gruppi politici riescono a procurarsi licenze speciali grazie ad accordi con i giganti dell’editoria che autorizzano l’esecuzione pubblica di milioni di canzoni in occasione di eventi di questo tipo. Gli artisti, tuttavia, possono lavorare con gli editori per rimuovere le loro canzoni questi accordi, come hanno fatto recentemente i Rolling Stones dopo che Trump aveva utilizzato You Can’t Always Get What You Want al raduno di Tulsa.

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