Scherzi del playback. Dietro le quinte con Queen, Michael Jackson e Prodigy | Rolling Stone Italia
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Scherzi del playback. Dietro le quinte con Queen, Michael Jackson e Prodigy

Vi piacciono i video di grandi classici come "I want to break free" o "YMCA"? Fidatevi: senza la musica li amerete ancora di più. Ecco gli otto migliori

Come sarebbero i video musicali se non ci fosse la musica? Sicuramente molto più divertenti. Guardate i video di questa pagina. Attenzione, però: sembrano riprese del dietro le quinte dei videoclip più famosi (I Want To Break Free, YMCA, Dancing in the street, Virtual instanity), ma l’audio è finto.

L’ha ricreato al computer Mario Wienerroither, ingegnere del suono di Vienna, inventore dei “Musicless video”. Da dove gli è venuta l’idea? Giocando, per puro divertimento. Ce l’ha raccontato lui stesso in questa intervista.

Da dove ti è venuta l’idea di togliere l’audio ai video musicali?
L’idea mi è venuta nel 1997, mentre giocavo con l’audio del trailer di Man in Black, per puro divertimento. L’ho rifatto altre volte e mi son sempre divertito. Ma poi la cosa si è persa tra i miei mille hobby (disegno, scrivo, faccio musica, mi piace creare). Due anni fa, stavo guardando il video di I Want To Break Free dei Queen quando mi è arrivata una telefonata. Ho messo l’audio in pausa, mentre il video continuava. Mi è tornato in mente il gioco che avevo fatto con Man in Black e mi son detto: rifacciamolo come si deve.

VILLAGE PEOPLE “YMCA”

Che strumenti usi per dare l’effetto del “playback senza musica”?
Nel 1997 era più complicato, non avevo nemmeno un microfono o un sequencer audio. Ma sai una cosa? La mancanza di mezzi mi ha reso creativo: usavo il microfono delle mie cuffie, ho usato il mio vecchio stereo a cassette come un mixer a due canali. Ora uso un computer, qualche microfono e un registratore portatile.

THE PRODIGY “Breath”

Come si sceglie il video giusto?
È la parte più difficile: il video deve avere dei requisiti precisi, altrimenti il gioco non funziona. Ci sono video che con la musica sono fantastici (o che sono di band che mi piacciono da morire) ma che non faranno alcuna presa sulla gente. O che non diventeranno mai virali perché non sono simpatici, sorprendenti. Col tempo ho sviluppato una sorta di sesto senso per capire qual è il video giusto, ma non c’è una formula.

DAVID BOWIE & MICK JAGGER “Dancing In The Street”

Cosa fai, in concreto?
Guardo il video senza la musica, taglio le scene più adatte e provo a creare una storia di un minuto. Poi cerco di ricreare l’atmosfera giusta con degli effetti sonori e poi inizia il lavoro vero: registro centinaia di suoni, li provo a usare, cancello, registro ancora, cancello di nuovo. Così finché non raggiungo un risultato semplice ed efficace.

THE WHITE STRIPES “The Hardest Button To Button”

Come hai fatto a riprodurre voci inimitabili, come quella di Freddy Mercury?
Nessun miracolo: o uso una versione registrata a cappella o filtro la voce usando un processo ingegnoso (che si può fare se hai una versione strumentale del pezzo). La faccio breve: è un lavoro sulle frequenze, per cui alla fine mi resta tra le mani la differenza tra la canzone e la sua versione strumentale: la voce stessa.

Questo è un divertimento. Nella vita cosa fai?
Produco musica e faccio sound design per film, tv, pubblicità e computer alla Digitalofen Audiobakery. Seguo anche qualche band.

ELVIS PRESLEY “Blue Suede Shoes”

I video ti prendono molto tempo?
Sì, ma il mix funziona bene: se facessi solo i video per divertimento diventerei pazzo, quindi avere un lavoro “normale” mi aiuta.

Hai altri progetti?
Sto lavorando a un progetto per avvicinare i ragazzi ai film muti. Si chiama Silentless Movies. Avevo fatto il primo video usando un film di Charlie Chaplin, quattro mesi fa. Ho dovuto toglierlo dal web, però, per questioni di diritti.

JAMIROQUAI “Virtual Insanity”

Quale sarà il prossimo video?
Vorrei dirtelo, ma non posso. Se no finisce che qualcuno più veloce di me lo carica prima e mi frega sul tempo.