Morrissey e i suoi temi più cari in "World peace is none of your business" | Rolling Stone Italia
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Morrissey e i suoi temi più cari in “World peace is none of your business”

Da ieri nei negozi il decimo album da solista che ha debuttato al terzo posto della classifica iTunes. In attesa della pubblicazione anche in Italia di "Autobiography"

Morrissey e i suoi tempi più cari in "World peace is none of your business"

Morrissey e i suoi tempi più cari in "World peace is none of your business"

Far parlare di sé per oltre tre decadi – bene o male che sia – non è cosa da tutti. A Morrissey il compito è riuscito sempre piuttosto facilmente. Il decimo album da solista, ad esempio, è uscito ieri nei negozi di dischi con un titolo esplicito, World Peace Is None Of Your Business (Harvest Records), ha debuttato ai vertici della classifica iTunes, e un paio di comparsate che ha fatto promettono un discreto chiacchiericcio.

Il cantante degli Smiths, 56enne sempre prolifico di slanci creativi, ha composto 12 inediti che ha poi registrato in Francia con la produzione di Joe Chiccarelli: il singolo omonimo dell’album è uscito il 13 maggio con un videoclip in cui compare Nancy Sinatra, mentre una settimana dopo è stata la volta di Istanbul, e il 3 giugno di Earth Is the Loneliest Planet, con un cameo della prorompente Pamela Anderson.

Al di là dell’immagine di superficie o di eventuali strategie di marketing, le tematiche sono profonde e care a Moz da sempre: c’è l’aspetto politico nella title track, in cui parla di “Brazil and Bahrain, oh Egypt, Ukraine, so many people in pain” e definisce “poveri piccoli pazzi” quelli che vanno a votare pensando di poter cambiare qualcosa; compare una dura riflessione sulla morte in Oboe Concerto (“The older generation have tried, sighed and died, which pushes me to their place in the queue”); una fine citazione letteraria nella canzone Neal Cassady Drops Dead (“Allen Ginsberg is hosed down in a barn, Allen Ginsberg’s howl becomes a growl”), e infine tracce della sua appassionata battaglia animalista in The bullfighter dies, brano di denuncia contro la corrida spagnola.

Il suono, magistralmente limato dal genio di Chiccarelli, già produttore di personaggi come Elton John e Etta James, riporta alle atmosfere malinconiche dei più lontani Smiths nella straziante Istanbul, o alla melodia romantica di Kiss me a lot, dove le chitarre guidano l’ascoltatore in una sorta di flamenco rock.

Per la registrazione del disco, già al terzo posto nella classifica iTunes, si sono raccolti accanto a Morrissey il chitarrista Boz Boorer e altri grandi musicisti come Jesse Tobias (chitarra), Solomon Walker (basso), Matthew Walker (batteria) e Gustavo Manzur (tastiere).

La musica non è però l’unica forma d’arte a cui Moz si è dedicato negli ultimi tempi. L’anno scorso è uscito un libro autobiografico (semplicemente Autobiography), che in Gran Bretagna si è piazzato immediatamente in testa alle classifiche diventando un caso editoriale con 37mila copie vendute ad una settimana dalla pubblicazione, avvenuta per altro per Penguin Classics, dedita solitamente ad autori “classici” scomparsi, come Oscar Wilde e Jane Austen.

In Italia, dopo una lunga battaglia tra ben sei editori, Mondadori è riuscita ad accaparrarsi traduzione e distribuzione, inizialmente prevista per i primi mesi del 2014 ma, con grande sconforto dei fan, non ancora avvenuta. Così, mentre noi aspettiamo di leggere in italiano le peripezie adolescenziali e le avventure tra le fila degli Smiths, Morrissey non sta certo con le mani in mano, e oltre al nuovo album sta già lavorando ad un’opera completa: “Autobiography ha avuto più successo di qualsiasi cosa abbia mai registrato, quindi mi dedico alla scrittura e sono già a metà del mio primo romanzo”.