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Morrissey in concerto a Roma, ecco com’è andata

L'ex cantante degli Smiths risale l'Italia partendo dalla capitale. Dove si dimostra un signore, ancora inarrivabile e molto punk. Nonostante la malattia
Morrissey live a Roma, foto di Ilaria Magliocchetti Lombi

Morrissey live a Roma, foto di Ilaria Magliocchetti Lombi

È tornato. Morrissey risale l’Italia iniziando da Roma. Ci ha vissuto per qualche tempo qui, giusto una decina di anni fa. Una volta, in uno di quei clubbucoli di Testaccio, è rimasto in fila per un po’, ma non è riuscito a superare la selezione alla porta ed è andato via senza clamore.

Ennesimo gesto di una signorilità che trasuda dalle canzoni e suda sul palco, come se fosse tutto ok, registrando un meritato sold out. Eppure lo si sa che Moz è affetto dal cancro. È in forma però. A dispetto di ogni commiserazione è ancora il paladino di un canto che ha forgiato gli ultimi 30 anni e più. Inarrivabile. Monumentale. Ancora unico.

Apre facendo a pezzi la Regina, come il legato del punk di quando era piccino ha voluto. E se il momento più cruento dello show è sempre il video che la regia proietta durante Meat Is Murder, la parte più cordiale è quando cerca riscontri per la sua performance televisiva della sera prima.

Stabilisce un rapporto intimo col pubblico. Si lamenta di non aver visto manifesti del concerto in giro per la città. Poi intona la sua versione di To Give Is The Reason I Live, pezzo che fu tradotto in italiano dai Camaleonti (Io per lei, 1968).

L’unica cosa che non ama sono le richieste. Ma ci vuole dell’eroismo a rifiutare ogni invito del pubblico a eseguire una hit, esclamando cordialmente «no, no, noia», se pure tutto finisce in un ogni giorno è come domenica da manuale. Del resto è lunedì ma in tv c’è la partita.

Qui la gallery del concerto:

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