Morrissey ne è convinto: "Il risultato del Brexit è meraviglioso" | Rolling Stone Italia
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Morrissey ne è convinto: “Il risultato del Brexit è meraviglioso”

Pur entusiasta del risultato del referendum, l'ex Smiths è ancora arrabbiato a morte con la TV e la politica: "Ci può essere qualcosa di più grottesco della farsa Clinton-Trump?"

Morrissey, foto da Facebook

Morrissey, foto da Facebook

Se in periodo elettorale Morrissey non si era risparmiato in parole al miele indirizzate a Nigel Farage, il politico porta bandiera della campagna per il ‘Leave’, ora Morrissey è ritornato sulla questione Brexit, definendo il risultato del referendum “meraviglioso”.

In un’intervista rilasciata per la testata australiana FasterLouder, Morrissey ha commentato che, dalle votazioni, “la classe politica britannica non è mai stata così senza speranza”: «Per quanto riguarda la Brexit, il risultato è stato magnifico – ha detto – ma ciò non è stato accettato dalla BBC o da Sky News, perché si oppongono a un pubblico che non può essere ipnotizzato dalle sciocchezze della BBC o da quelle di Sky. Ed è esattamente la stessa di Fox e CNN, nel senso che tutti dipendono dalla stupidità del pubblico al fine di creare il proprio mito della realtà. Guardateli a vostro rischio e pericolo!»

Sempre durante l’intervista, Morrissey ha voluto esprimersi riguardo alla perdita di fiducia nell’establishment politico che sta prendendo piede negli Stati Uniti, testimoniata e alimentata dall’ascesa di Donald Trump nella corsa per la Presidenza: «La stessa cosa sta succedendo negli U.S.A. – ha commentato l’ex frontman degli Smiths – ciò che sta succedendo è che i media non riescono più ad attribuire nessuna nobiltà alla politica vecchio stampo, perché anche se è impossibile per i politici cambiare, sono le persone di tutto il mondo a essere cambiate. Ci può essere qualcosa di più grottesco della farsa Clinton-Trump?».

Il musicista, infatti, in passato aveva dichiarato il suo sostegno alla campagna di Bernie Sanders – avversario della Clinton alle Primarie del Partito Democratico – accostando invece Donald Trump a George Wallace, un politico americano degli anni 60 sostenitore della segregazione razziale: «Il suo odio – aveva detto del Tycoon – è rivolto a chiunque non sia capitato di essere Donald Trump».

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