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Morgan ha chiesto a X Factor di devolvere metà del suo cachet in beneficenza

Il cantautore ha detto che vorrebbe destinare la somma a «una struttura di accoglienza per ragazzi rifiutati dalle famiglie di origine per il loro orientamento sessuale, l'identità di genere o perché hanno avviato un percorso di transizione»

Morgan ha chiesto a X Factor di devolvere metà del suo cachet in beneficenza

Morgan nella quarta puntata di 'StraMorgan'

Foto: RaiPlay

Dopo le polemiche di Selinunte, Morgan ha deciso di devolvere metà del suo cachet a «una struttura di accoglienza per ragazzi rifiutati dalle famiglie di origine per il loro orientamento sessuale, l’identità di genere o perché hanno avviato un percorso di transizione».

Lo si legge in un post pubblicato dal cantautore su Instagram, dove è tornato a scusarsi per le parole utilizzate verso alcuni spettatori che assistevano al concerto-lezione Segnali di vita e di arte, dedicato a Franco Battiato nel parco archeologico di Selinunte (Trapani) nell’ambito del Festival della bellezza. «Avete rotto il caz*o, ho dei sentimenti, coglio*i», aveva esordito Morgan alla richiesta di un gruppetto di cantare le canzoni di Battiato, visto che il live era cominciato con una personale divagazione musicale. «Sei fuori tema», gli aveva urlato qualcuno; da lì ne è nato un diverbio filmato dai presenti che è diventato virale, in particolare per l’insulto «froc*o di mer*a» al quale si è lasciato andare il musicista.

 

 
 
 
 
 
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«In questi giorni ho voluto ricostruire quello che è successo ma non mi voglio assolutamente nascondere o giustificare e voglio ribadire quanto sia sbagliato quello che ho detto» ha scritto Morgan nel post, che fa seguito a un video pubblicato sempre sui social nel quale ricostruisce i momenti precedenti alla sua reazione per dimostrare di essere stato provocato-ferito da quella richiesta del pubblico. Ma non nasconde di aver sbagliato: «Voglio che le mie scuse arrivino sincere, sentite e nitide e che arrivino a tutti perché so di aver ferito tante persone, e le estendo anche ai miei colleghi di X Factor e a tutta la squadra che ci lavora. La frase che ho detto è la cosa più lontana da quella che è la mia identità di essere umano, voglio ribadirlo. Tutti sanno che non sono un omofobo, ma questo non basta, non scusa e non giustifica. Non basta, infatti, dire che si usano modi di dire razzisti, omofobi o sessisti a cuor leggero, molto al di là delle reali convinzioni e intenzioni. Bisogna cambiare questa cultura e questo lessico che persistono inconsciamente nel linguaggio di tanti e, purtroppo, con mia sorpresa e dispiacere, anche nel mio. Porto volentieri la stigmatizzazione pubblica di quanto accaduto e accetto la gogna se questo può servire a cambiare, almeno in parte, le cose. Ho fatto un errore per il quale mi sono scusato ma che, sia chiaro, non voglio cancellare: anzi, voglio fare un gesto concreto che non lo faccia scomparire ma che lo trasformi in qualcosa di positivo e utile».

 

 
 
 
 
 
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Per farlo ha così deciso di devolvere parte del suo compenso che riceverà come giudice del talent musicale: «Ho chiesto a Fremantle e Sky di devolvere metà del mio cachet di X Factor a una struttura di accoglienza per ragazzi rifiutati dalle famiglie di origine per il loro orientamento sessuale, l’identità di genere o perché hanno avviato un percorso di transizione. Ho pensato all’importanza di accogliere, e questo concetto mi piacerebbe valesse anche per chi, come me, commette un errore».

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