Mario Biondi: «Volete fare i rivoluzionari? Boicottate le radio che passano musica straniera» | Rolling Stone Italia
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Mario Biondi: «Volete fare i rivoluzionari? Boicottate le radio che passano musica straniera»

Il cantante suggerisce al pubblico di fare pressione affinché le radio programmino musica italiana e non tutti la prendono bene

Mario Biondi: «Volete fare i rivoluzionari? Boicottate le radio che passano musica straniera»

«Volete fare i rivoluzionari? Volete fare qualcosa per la musica italiana? Boicottate tutte le radio che programmano musica straniera». La presa di posizione nettissima lanciata da Mario Biondi sta facendo discutere e sui social ci si divide. Anche se, a dir la verità, fra i tantissimi commenti sono in pochi quelli solidali con l’autore di This Is What You Are.

«Mario! Ma che dici? Ti stimo molto come artista ma queste esternazioni non hanno senso. Se c’è una cosa che è impossibile imbrigliare è la musica! Cosa saresti stato tu se non fossero esistiti gli standards jazz che hai così bene interpretato?», gli ricorda un utente.

Ecco il post di Biondi: «Volete fare i rivoluzionari? Volete fare qualcosa per la musica italiana? Boicottate tutte le radio che programmano musica straniera. Fatelo per una settimana, se non bastasse per due, ma siate coerenti e vedremo insieme se essere uniti per la musica può servire. Coraggio!» e ha scatenato il dibattito attraverso gli hashtag #musicaitaliana e #sosteniamolanostramusica.

Visto che in tanti lo hanno criticato, ha provato a spiegare meglio il suo pensiero: «La musica in Italia è in crisi, ve ne siete accorti? Sostenere la musica italiana vuol dire sostenere la filiera intera. Oggi è necessario poi torneremo ad ascoltare le hit straniere!!!». Non solo, perché subissato di nuovo da commenti negativi è tornato a precisare: «È sempre difficile farsi comprendere: siete italiani? Sostegno agli italiani. I francesi sostengono i propri prodotti gli inglesi idem gli americani ancora di più. L’arroganza negli ignoranti è un male imbarazzante e imbattibile. Mi arrendo».

 

 
 
 
 
 
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Le puntualizzazioni che non sono bastate a calmare gli animi, per cui il cantante ha pubblicato anche un video in cui ha ribadito: «Io vorrei che le radio sostenessero il prodotto italiano. Vi è chiaro adesso? Se non vi è chiaro, avete qualche problema di udito». Ma è la didascalia del post che ha ancor di più scaldato gli utenti che lo seguono: «Sovranista, rincoglionito, incoerente, sfigato, scemo, stupido, assurdo, imbarazzante, poco serio, da abolire, blasfemo, ridicolo. Le persone frustrate devono necessariamente vedere il peggio negli altri per sentirsi migliori» condito dagli hashtag #supportoallamusica e #noaimaleducati.

 

 
 
 
 
 
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A chi gli rimproverava di parlare di musica italiana, ma di cantare soprattutto in inglese ha poi risposto: «Avete una vaga idea di quanti artisti italiani cantino in lingue diverse dall’italiano? Sono italiani? Cantano musica italiana in lingue diverse? Non è sempre musica italiana? Non in italiano».

 

 
 
 
 
 
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Secondo le rilevazioni di EarOne, fra le 100 canzoni più passate alla radio nel 2020, più di 50 sono di artisti italiani.

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