Marilyn Manson: «Regola numero uno. Creare ritmi giusti per le spogliarelliste» | Rolling Stone Italia
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Marilyn Manson: «Regola numero uno. Creare ritmi giusti per le spogliarelliste»

Il controverso "Anticristo Superstar" parla di David Bowie, di cosa accade quando si fumano ossa umane e di come non bisognerebbe mai perdere la verginità.

Marilyn Manson: «Regola numero uno. Creare ritmi giusti per le spogliarelliste»

Chi è il tuo idolo?
David Bowie. Il primo video che ho visto nella mia vita è stato Ashes to Ashes su MTV. Non sentivo tanta musica allora, perché andavo a una scuola cristiana. Mia mamma ascoltava in loop tre cose: The Stranger di Billy Joel, i Bee Gees e il White Album. Con Ashes to Ashes, Bowie ha creato una hit pop innaturale, diversa, sexy, carica di tensione. Quella canzone è come la scena di un film: se la comprendi, avrai inevitabilmente voglia di vedere quella successiva. E ora, quando faccio un disco, cerco sempre di fare in modo che sembri un film.

Quali sono le regole più importanti che ti sei dato?
Regola numero uno: creare ritmi che possano andare bene per le spogliarelliste. Seconda: mettere sempre un elemento di romanticismo, che sia una scena di sesso oppure di nudo. Il sogno di tutti è trovare qualcuno con cui condividere la propria vita, a meno che tu non sia un totale sociopatico. Io mi considero uno psicopatico di primo livello, con la differenza che gli psicopatici non tengono in considerazione l’elemento emozionale. Terza regola: ricordati le prime due, e ricordati i tuoi stessi consigli. Infine: odora i fiori, prima di calpestarli.

Qual è il miglior consiglio che hai mai ricevuto?
Da ragazzo mio padre mi disse: “Figliolo, quando avrai il tuo primo lavoro, licenzia subito qualcuno in modo che tutti ti temano”. Penso che quello che volesse dire era “ispira soggezione alla gente con cui lavori”. Ora che mio padre è morto, ho capito che il modo migliore di intendere il suo consiglio è che, se fai qualcosa di buono, ispirerai rispetto alla gente. Quando credo in un progetto, la mia mente lavora in una maniera folle. E se le persone non vogliono entrare nel mood giusto, non possono stare nella mia squadra.

Cosa ti è rimasto di Canton in Ohio, dove sei nato?
Lì ho perso la verginità, e allo stesso tempo ho preso le piattole. Oggi le donne usano la depilazione laser, oppure la ceretta. Chi oggi ha ancora le piattole al liceo? Sfortunatamente le aveva quella cheerleader puttanella a Canton, in Ohio.

Qual era il tuo libro preferito, da ragazzo?
Alice nel Paese delle Meraviglie, perché non descrive realmente i personaggi. Fa sì che sia tu a creare l’immaginario, e questa è una cosa che amo.

Cosa ti emoziona di più nella musica?
La mia canzone preferita in assoluto è la Sonata per pianoforte numero 14 di Beethoven. Ogni volta che la ascolto mi calma, e allo stesso tempo mi fa fare pensieri malvagi. Quel brano dice tutto, senza dire nulla.

Come ti rilassi?
Mi guardo un film. I miei amici che hanno tanti soldi, quando vengono a casa mia, sono sconvolti dal fatto che io usi un proiettore e una parete bianca per i film. Dicono “ma come è possibile?”, e io: “Guardate che è solo un cazzo di proiettore su un muro”. Trovo la pace in una casa completamente buia, davanti a uno schermo. Mi perdo nelle storie, e questo mi dà sollievo.

Qual è l’acquisto più folle che ti sei concesso?
Non sono la tipica persona che si compra un’auto. Non ho nemmeno la patente. Di recente mi sono preso all’asta un po’ di cose su Hannibal Lecter, che provengono dalla serie tv Hannibal. Ho comprato il suo vestito da assassino, il grembiule che usa quando cucina con ancora il sangue sopra, il suo coltello e delle lingue finte.

Hai avuto diverse lunghe relazioni. Cosa hai imparato?
A usare la logica prima delle emozioni. Quando si litiga, gli uomini ci mettono circa sei minuti a smaltire. Ma quando la donna inizia a piangere, devi darle almeno 15 minuti. Se proverai a essere carino al di sotto di questo tempo, non funzionerà. I guai si possono evitare senza discussioni: la vita è troppo breve. Ogni relazione è 50-50. Non puoi lottare da solo, e non vince nessuno.

Consideri Marilyn Manson una cosa separata da Brian Warner, il tuo vero nome?
No. In passato non volevo essere chiamato Brian, perché era una persona che, simbolicamente, mi ero lasciato alle spalle. Ora non mi importa: ho realizzato che i nomi sono solo una questione semantica.

Quali droghe ti rifiuti di provare?
Ho fumato ossa umane e preso acidi. Non voglio rifarlo, perché tutti i tuoi demoni ti fanno visita quando fumi le ossa o prendi gli acidi. Più invecchi, più i demoni ti danno la caccia e ti fanno venire gli incubi.

C’è qualcosa in Donald Trump che ammiri?
La Trump Tower, perché una volta, dopo che un’intervista è andata male e dovevo essere arrestato per aver messo una pistola in bocca a un giornalista di Spin, mi sono nascosto là dentro. Quella è l’unica cosa buona che ha fatto.

Hai perso entrambi i tuoi genitori negli ultimi anni. Cosa ha significato per te?
Ho imparato che il tempo ha un valore, quindi va speso in modo saggio. E che, quando arriva il momento della vita in cui puoi fare ciò che vuoi, vale la pena di divertirsi. Non devi perderti il sogno, quando si sta avverando.

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