Mahmood, Elisa, Ghemon e altri musicisti ricordano la Shoah | Rolling Stone Italia
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Mahmood, Elisa, Ghemon e altri musicisti ricordano la Shoah 

"Instagram History" è il progetto nato per la giornata della Memoria che racconta le vite spezzate dalla deportazione nazifascista attraverso i social. Hanno partecipato anche Ministri, Selton e Noemi

Mahmood, Elisa, Ghemon e altri musicisti ricordano la Shoah 

Oggi, mercoledì 27 gennaio 2021, per la giornata in ricordo della Shoah e dei milioni di vittime di uno dei più grandi genocidi della storia è stato lanciato un progetto molto interessante e in linea con i tempi. Parliamo di Instagram Historynato grazie alla collaborazione tra il Comitato Pietre d’Inciampo Milano, Imille e CTRL Magazine, con il patrocinio del Comune di Milano. In pratica, gli studenti degli istituti Galdus, Carlo Porta, Manzoni e Marconi hanno approfondito le vite spezzate dei loro concittadini scomparsi durante la deportazione nazifascista e le hanno portate nei nuovi mezzi di comunicazione, come se fossero delle ideali Pietre d’inciampo. In questo modo la Memoria ha trovato nuove vie, affinché certe cose non accadano mai più. Al progetto hanno aderito anche diversi personaggi famosi, fra cui alcuni cantanti come Elisa, Mahmood, Ministri, Selton, Ghemon e Noemi, che hanno realizzato delle storie Instagram per celebrare coloro che diedero la vita per la libertà.

Elisa ha raccontato la vicenda umana di Giorgio Goldschmiedt, nato a Trieste il 10 marzo 1890 da Beniamino e Vittoria Schach. Jole Camerini nasce a Trieste il 10 gennaio 1894 da Isacco ed Elena Ancona. Entrambi triestini di cittadinanza italiana, nel 1914 prima dello scoppio della Grande Guerra si traferiscono a Milano. Dal matrimonio nel 1919 nasce un figlio, Sergio. Giorgio Goldschmiedt probabilmente a Milano è commerciante. Dopo l’emanazione delle leggi razziali del ’38, il figlio Sergio viene mandato a proseguire gli studi in Inghilterra e da qui nel 1940 emigra in Brasile presso gli zii materni. Nonostante le sollecitazioni dei parenti, i coniugi Goldschmiedt preferiscono rimanere in Italia. Dopo l’8 settembre si nascondono vicino a Varese, in casa dell’avvocato Albrighi, e tentano di passare in Svizzera affidandosi a contrabbandieri da cui vengono traditi. Sono arrestati a Luino il 10 dicembre 1943 e carcerati a San Vittore. Da qui con il “Trasporto 24” dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano il 30 gennaio 1944 vengono deportati: destinazione Auschwitz.

Mahmood, invece, si è concentrato sulla vita di Giuseppe Berna che nacque il 3 settembre 1903 a Balsamo da Luigi Berna e Teresa Virginia Melzi. Sposato con Maria Meroni, aveva due figli: Lino (4/10/1935) e Rosa (6/5/1943) e abitava a Milano in via privata Hermada 4. Svolgeva la professione di tracciatore alla I Sezione della Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche. Dopo l’8 settembre 1943 entrò nella 108^ Brigata Garibaldi S.A.P. Daniele Martelosio. Si occupava della propaganda tra i suoi compagni di lavoro e della diffusione della stampa clandestina. Fu, con Santo Bencich (anch’esso deportato e deceduto a Mauthausen), un animatore degli scioperi del 1943 e del 1944. La notte tra l’11 e il 12 marzo 1944 venne arrestato presso la sua abitazione per aver partecipato allo sciopero che, iniziato l’1 marzo 1944, per otto giorni aveva bloccato le più grandi fabbriche del Nord. Durante l’arresto alcune sue coinquiline opposero un’accanita resistenza per impedire che fosse portato via dalla moglie inferma e dai due figli di 8 anni e 10 mesi. Nella giornata del 12 marzo venne incarcerato a San Vittore Milano; il 13 marzo passò amministrativamente nel braccio tedesco dello stesso carcere. Venne in seguito condotto a Bergamo e rinchiuso nella Caserma Umberto I. Il 17 marzo 1944 fu caricato su vagoni piombati che partirono dalla stazione di Bergamo e giunsero a Mauthausen (Austria) il 20 marzo. Nel Lager gli venne assegnata la matricola 58709 e fu utilizzato come operaio specializzato nei diversi campi dove fu condotto. Essendo stato da giovane un bravo tenore (aveva cantato tra gli altri anche con Luciano Tajoli) e avendo fatto parte del coro del Teatro alla Scala di Milano con Aureliano Pertile, durante la prigionia veniva chiamato dai compagni il cantore triste. Il 24 marzo fu trasferito a Gusen, il 15/16 aprile a Wien Schwechat, l’11/15 luglio a Wien Floridsdorf (tutti sottocampi di Mauthausen). Infine, venne deportato nuovamente, in data non nota, a Mauthausen, dove morì per stenti il 10 maggio 1945 nel Blocco 5, riuscendo però a vedere la liberazione del campo. Fu sepolto nel cimitero dei soldati della cittadina di Mauthausen. I suoi resti furono identificati nel 1965 (numero di esumazione 1131) e ora una tomba non più anonima lo ricorda. Dopo la Liberazione gli venne riconosciuta la qualifica di partigiano operante con la 108^ Brigata Garibaldi S.A.P. (Squadre di Azione Patriottica) Daniele Martelosio dal 9/9/1943 all’11/3/1944, data del suo arresto.

Oppure Noemi, che ha deciso di celebrare Emma Bovi, nata a Milano il 27 aprile 1888. In data 14 marzo 1911 sposa Paolo Farina, andando ad abitare in Via Sottocorno 19. Rimasta vedova il 2 settembre 1918, nel 1921 sposa Enrico Pizzutti, già padre di due figli, Piero e Sandra, con il quale stabilisce la residenza in Via Bezzecca 1. Non si conosce praticamente nulla della sua attività di antifascista. In un biglietto da Fossoli di Mino Steiner si legge: “quanto all’Emma (che si chiama Pizzutti) si è comportata benissimo, poteva compromettere molta altra gente”. Arrestata il 15 marzo 1944, è condotta a San Vittore, reparto SS tedesche, dove è immatricolata con il numero 1681, ma con il nome errato di Emma Bosien. Il 27 aprile 1944 è deportata a Fossoli e da qui, con il trasporto n. 70 partito da Verona il 2 agosto 1944, a Fürstenberg (Ravensbrück), dove viene immatricolata con il numero 49570. Muore in data 25 marzo 1945.