Lo Stato Sociale: «Il nostro tormentone l’ha scritto Battiato» | Rolling Stone Italia
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Lo Stato Sociale: «Il nostro tormentone l’ha scritto Battiato»


In un’intervista al Corriere della Sera, Bebo Guidetti e Lodo Guenzi raccontano i primi anni della band, il loro rapporto con l’estate e con una particolare canzone del cantautore

Lo Stato Sociale. Da sinistra in senso orario: Lodo, Carota, Bebo, Checco, Albi. Foto Federica Lazza - Style Francesca Piovano - Abiti CC Collection Corneliani

Lo Stato Sociale. Da sinistra in senso orario: Lodo, Carota, Bebo, Checco, Albi.

Foto: Federica Lazza

«Quello dell’estate 2013 era il primo tour in cui abbiamo avuto la sensazione che tutto girasse come doveva: c’era molta allegria, ogni sera finivamo col ballare con gente presa a caso dal pubblico, erano sensazioni belle», così Lodo Guenzi al Corriere della Sera a proposito dell’estate che ha cambiato la carriera della sua band. «Io odiavo l’estate: odiavo il caldo, la sabbia nel costume, la crema solare, tutto. Per me il tormentone è il sottofondo della colonna sonora di Top Gun: era alla base di tutti gli annunci fatti ai bagni con il megafono».

Poi, quando la gavetta della band ha cominciato a dare i primi frutti, l’estate si è trasformata. Niente più ombrelloni e annunci al megafono, solo concerti. «Tra il 2012 e il 2013 abbiamo sentito che qualcosa stesse cambiando nella scena indipendente. In un anno abbiamo fatto duecento date, un rivoluzione», dice la band. «In quel periodo abbiamo tutti l’immagine di Checco che la sera, quando avevamo finito di cantare, iniziava a suonare da solo, con l’ukulele, Summer on a solitary Beach di Battiato».

Franco Battiato - Summer on a Solitary Beach

«Per noi i concerti erano un luogo di completa libertà… anche dalla crema solare: la sera non la devi mettere. Era tutto perfetto quindi: passavamo da una festa all’altra, compresa una Sagra dell’Anguria a Fara Vicentino che ricordiamo come particolarmente divertente… perché in quel periodo lo Stato Sociale aveva instaurato un rapporto fraterno con l’alcol», continua Guenzi. «Chi era lì ha descritto il concerto come il peggiore a cui fosse mai stato». Anche dopo quel concerto disastrato, racconta la band, la serata si è conclusa con Summer on a solitary beach, il tormentone segreto della band. «Quella immagine e quella canzone non la dimenticheremo mai».

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