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L’FBI sorvegliava Aretha Franklin: svelato il contenuto dei documenti segreti

Il timore dei servizi segreti era un legame tra l'artista e i militanti del Black power. Le 270 pagine di documenti rese pubbliche, però, non mostrano nulla di compromettente

L’FBI sorvegliava Aretha Franklin: svelato il contenuto dei documenti segreti

Aretha Franklin in studio nel 1969

Foto: Michael Ochs Archives/Getty Images

Per quarant’anni, e più precisamente dal 1967 al 2007, l’FBI ha tenuto sotto sorveglianza Aretha Franklin.

Il file sulla cantante Memphis, ottenuto da Rolling Stone US, è un faldone di 270 pagine in cui sono presenti termini come «estremisti neri», «pro-comunista», «odio l’America», «radicale», «violenza razziale» e «militanti Black Power». Il coinvolgimento di Franklin con le lotte per i diritti civili e i suoi rapporti con Martin Luther King Jr., Angela Davis, e altri rivoluzionari, era infatti diventato una preoccupazione per i servizi segreti tanto che la cantante – come si evince dai documenti – era tenuta sotto sorveglianza da agenti che ne tracciavano regolarmente movimenti e attività.

Sin dai primissimi giorni del movimento per i diritti civili, il governo americano ha tenuto documentazione dei leader, degli artisti e degli attivisti neri coinvolti in movimenti anti-guerra e di giustizia sociale. Lo stesso trattamento di Franklin, seppur in maniera minore, era stato riservato ad artisti come Marvin Gaye e Jimi Hendrix.

Alcuni dei documenti resi pubblici, come nota Rolling Stone US, sono in parte oscurati mentre altri sembrerebbero indicare che i servizi segreti abbiano altro materiale in possesso. All’interno delle 270 pagine si trovano materiali molto differenti tra loro, dalle minacce di morte indirizzate all’artista (e al padre, che fu ucciso nel 1979) alle preoccupazioni dell’FBI per le «situazioni razziali», ovvero eventi considerati a rischio visto la presenza di Franklin. In alcuni documenti del 1968, ad esempio, si fa riferimento al funerale di Martin Luther King Jr.: «Sammy Davis Jr. Aretha Franklin hanno supportato l’idea dei militanti del Black Power, [e le loro performance al memoriale] potrebbero essere la scintilla in grado di dar vita ad alcune proteste razziali nella zona», si legge.

Anche il contratto discografico firmato da Franklin con l’Atlantic Records, nel 1971, è stato tenuto sotto controllo nel caso potesse collegare l’artista alle Black Panther.

In quarant’anni di sorveglianza, però, i servizi seguiti hanno fallito nel tentativo di connettere Aretha Franklin a movimenti radicali come il Black Liberation Army.

«Non sono sicuro che mia madre sapesse di essere sotto controllo dell’FBI», ha dichiarato Kecalf Franklin, figlio di Aretha, a Rolling Stone US. Aggiungendo: «Conoscendo mia madre e il suo modo di lavorare so che non aveva nulla da nascondere. Infatti, come si è visto, [i servizi segreti] non hanno trovato nulla e hanno perso un sacco di tempo».

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