‘Leaving Neverland’, guarda il trailer del documentario che accusa Michael Jackson | Rolling Stone Italia
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‘Leaving Neverland’, guarda il trailer del documentario che accusa Michael Jackson

Il lungometraggio sarà trasmesso dalla HBO il 3 e il 4 marzo, ma la famiglia della popstar non ci sta: «È quel genere di massacro da tabloid che Michael ha sopportato in vita, e che ora gli tocca anche dopo la morte»

Ha fatto discutere il pubblico del Sundance e, successivamente, tutti i giornali del mondo: Leaving Neverland, il documentario di Dan Reed che riporta a galla le accuse di pedofilia nei confronti di Michael Jackson, ha finalmente un trailer che potete vedere qui sopra.

Il documentario sarà trasmesso dalla HBO in due parti, il 3 e il 4 marzo. Nel nuovo lungometraggio, James Safechuck e Wade Robson hanno raccontato al regista che la loro innocenza è stata distrutta nel Neverland Ranch, la gigantesca proprietà californiana del Re del pop, con una serie di rapporti iniziati alla fine degli anni ’80 e proseguiti per buona parte del decennio successivo. (Paradossalmente, la testimonianza di Robson durante il processo del 2004-2005 fu determinante a determinare l’innocenza di Jackson).

Reed, documentarista formato alla BBC, ha intervistato inoltre i familiari delle vittime mettendo insieme una ricostruzione che è un misto di materiale d’archivio, foto personali e documenti, e vuole mostrare due storie, diverse ma parallele, di molestie seriali e manipolazione emotiva. (Robson e Safechuck, nel corso della vicenda, si sono incontrati solo una volta durante uno sleepover organizzato a Neverland).

Durissima la replica della famiglia Jackson: «Leaving Neverland non è un documentario, è quel genere di massacro da tabloid di un personaggio che Michael Jackson ha sopportato in vita, e che ora gli tocca anche dopo la morte. Il film prende accuse non confermate legate a cose che presumibilmente sono accadute 20 anni fa e le tratta come fatti». La famiglia ha anche aggiunto che Robson è stato “riconoscente” per il ruolo che Michael ha avuto nella sua vita per 20 anni fino a quando, dopo la morte della pop star, il coreografo è stato escluso da una produzione del Cirque du Soleil a tema Michael Jackson. A quel punto «sono emerse all’improvviso quelle accuse d’aggressione».

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