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Le ultime parole di Ozzy a Tom Morello a Birmingham, «finale perfetto del giorno più grande nella storia del metal»

Il chitarrista, che ha chiamato uno dei figli Rhoads in onore di Randy Rhoads, ricorda l’ultimo incontro con Osbourne nell’aftershow di Back to the Beginning di cui è stato curatore e direttore musicale

Foto: Daniele Baldi

Com’è noto, Tom Morello è stato sul musical director di Back to the Beginning, il concerto all-star al Villa Park con l’ultima esibizione di Ozzy da solista e con la formazione storica dei Black Sabbath, finale di carriera circondato dall’abbraccio di tanti, poco più di due settimane prima della morte.

«La giornata è finita», ricorda Morello ospite di Rocklahoma, «è andata alla grande, la gente ha lavorato allo show per tanto tempo, ci si abbraccia e si piange. Andiamo all’afterparty e l’atmosfera è più rilassata. Sto giocando a flipper con mio figlio e qualcuno mi tocca la spalla per parlarmi. Sono impegnato a giocare con la funzione multiball, quindi dico “lasciami stare”».

Quel qualcuno è però Jack Osbourne: il padre Ozzy vuole infatti parlare con Morello, che ricorda l’aneddoto ridendo. «Anzitutto, scopro che Ozzy è all’afterparty, che è una cosa pazzesca, no? E poi ho un’altra possibilità di baciarlo sul capo, digli che gli voglio bene e ringraziarlo per una vita dedicata alla musica. La sua risposta: “Sai dirmi dov’è Sharon? Voglio levarmi dal cazzo”. È stato il finale perfetto della giornata».

Nell’intervista, Morello ricorda che ha chiamato Rhoads uno dei suo figli in onore di Randy Rhoads, il chitarrista di Ozzy, suo braccio destro musicale importante per il rilancio come solista scomparso tragicamente in un incidente aereo nel 1982. «Nei confronti di quella gente ho un debito non solo artistico e musicale, ma anche personale. Perciò quando Ozzy e Sharon mi hanno chiesto di fare il direttore musicale e il curatore dell’evento ho preso la cosa molto, molto seriamente. L’idea era renderlo il giorno più grande nella storia dell’heavy metal. Ci siamo riusciti».

Uno degli scopi della giornata, dice il chitarrista, era far capire a chi lo conosceva solo per la storia del pipistrello o per il look la portata musicale di Ozzy e dei Black Sabbath, «una delle più grandi band di sempre, non solo metal».

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