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Laura Pausini torna sulla questione ‘Bella ciao’: «Non usatemi per la vostra propaganda»

«Non canto canzoni politiche, né di destra né di sinistra. Canto quello che penso della vita da 30 anni», ha scritto la cantante su Twitter

Dopo le polemiche divampate ieri, quando è stato rilanciato lo spezzone di una puntata del talk show spagnolo ‘El Hormiguero’ in cui Laura Pausini, partecipando a un gioco assieme al pubblico, ha rifiutato di intonare Bella Ciao, è arrivata la risposta della cantante.

«Non canto canzoni politiche, né di destra né di sinistra. Canto quello che penso della vita da 30 anni», ha scritto Pausini in risposta a un articolo pubblicato dalla testata spagnola 20minutos, «che il fascismo sia una vergogna assoluta sembra ovvio a tutti. Non voglio che nessuno mi usi per propaganda politica. Non inventate ciò che non sono».

Per chi si fosse perso qualcosa: nel corso della puntata, Laura ha preso parte a un gioco in cui i concorrenti avrebbero dovuto intonare un brano che riportasse nel testo, almeno una volta, la parola “Corazon“. Dopo aver scelto alcune canzoni in spagnolo, lingua che conosce molto bene, Pausini è passata all’italiano, abbozzando il ritornello di Cuore Matto di Little Tony, che però in studio non conosceva nessuno. Così, il conduttore Pablo Motos ha deciso di andare sul sicuro intonando Bella Ciao, storico inno della Resistenza italiana famoso in tutto il mondo – e canzone che, come sappiamo, in Spagna ha vissuto una seconda giovinezza, tornando di moda anche tra i giovanissimi grazie all’enorme successo riscosso da La Casa di Carta.

Motos si aspettava che anche Pausini prendesse parte al coro, ma la cantante non ha risposto l’invito. «È una canzone molto politica e io non voglio cantare canzoni politiche», ha spiegato, chiudendo la vicenda e facendo finta di nulla. L’episodio è finito nel mirino del tribunale dei social, che nelle ultime ore ha rimproverato alla cantante una scarsa coscienza politica. «Rifiutarsi di cantare una canzone antifascista dice molto della Signora Pausini e niente di positivo», ha scritto la deputata socialista Adriana Lastra, allineandosi al pensiero del parlamentare europeo Ibán García – che ha commentato sarcasticamente: «Né con i democratici, né con i nazisti. Uguale».

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