L'arrivo sulla terra di Ziggy Stardust | Rolling Stone Italia
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L’arrivo sulla terra di Ziggy Stardust

Il 6 giugno 1972 David Bowie inventò l'alter ego che cambiò per sempre la musica e mandò in orbita la sua carriera

L’arrivo sulla terra di Ziggy Stardust

Ciò che ho fatto con il mio Ziggy Stardust è stato confezionare un cantante rock’n’roll finto e totalmente credibile», disse in seguito Bowie a proposito del suo alter ego definitivo. «Questo era ciò che serviva in quel momento». Ciò che Bowie architettò in The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars fu più di un fresco e intelligente concept.

Ziggy fu un ciclo di brani solido e coeso che impostò una nuova direzione visionaria nel mondo della musica pop, stabilendo un nuovo standard nella teatralità del rock&roll e consegnandoci il proprio ideale sintetico di sex appeal effemminato e di pura potenza. «Ascoltarlo è un po’ come andare al college, come i Beatles», dice Chris Cornell dei Soundgarden che eseguì live la cover di Lady Stardust: «La scrittura dei brani è incredibile, amo ogni singolo pezzo». A metà dei 60’s Bowie aveva incontrato il pionieristico rocker inglese Vince Taylor, che aveva registrato nel ’59 il classico Brand New Cadillac (poi coverizzata dai Clash su London Calling).

David Bowie – Ziggy Stardust (Live, 1973)

Per via delle droghe e di un esaurimento, Taylor si unì a una setta e si convinse di essere un Dio alieno sulla Terra. La fascinazione di Bowie per i viaggi nello Spazio e la science fiction era già emersa in brani come Space Oddity e Life on Mars?, ma era attratto dall’idea di fare qualcosa di più grande. «Fino a quel momento», disse più avanti, «l’attitudine era: “What you see is what you get”. Sembrava interessante provare a progettare qualcosa di diverso, come un musical in cui l’artista sul palco recita una parte». Iniziò sviluppando un personaggio basato sulla figura di Taylor, come su altri tipi eccentrici come il cantante texano “psychobilly” Legendary Stardust Cowboy e il designer giapponese Kansai Yamamoto.

«Ha sempre descritto come avrebbe preso istanti e pezzi in ogni dove e come, mettendoli insieme, sarebbe apparso lui», disse il produttore Ken Scott. Bowie battezzò la sua nuova creatura “Ziggy Stardust” (nome preso da quello di una sartoria che vide dal finestrino di un treno). Arricchì il concept rendendo Ziggy una rockstar aliena pansessule, mandata sulla Terra come messaggero. La trama di Bowie racconta l’umanità nei suoi ultimi cinque anni di esistenza, quando Ziggy arriva qui a diffondere speranza: una figura edonistica e selvaggia (“well-hung and snow-white tan”), con un messaggio centrale di pace e amore; l’ultima rockstar che, alla fine, viene distrutta dai propri stessi eccessi e dai fan.

Ziggy viene avvertito in sogno della discesa sulla Terra di Starman: un fantastico astronauta che dovrà salvare il pianeta
David Bowie

«Ziggy viene avvertito in sogno da esseri chiamati “infiniti” di scrivere della discesa sulla Terra di Starman: un fantastico astronauta che dovrà salvare il pianeta», raccontò Bowie a William S. Borroughs su Rolling Stone. «Ziggy inizia a crederci e a pensarsi come il profeta del futuro Starman. Porta se stesso a incredibili vette spirituali ed è tenuto in vita dai suoi discepoli. Quando gli infiniti arrivano, prendono pezzi di Ziggy per farsi reali, visto che nel loro stato originario essi sono antimateria e nel nostro mondo non possono esistere. Lo fanno a pezzi sul palco durante la canzone Rock’n’Roll Suicide». Ha senz’altro senso – almeno quanto ne ha Tommy degli Who, ma ancora non è chiaro se Bowie avesse ideato Ziggy come un racconto o se costruì a posteriori la storia.

Bowie nel 1972 ritratto da Micael Putland

«Per me tre canzoni si legano tra loro – Ziggy Stardust, Lady Stardust e Star, perché riguardano tutte la stessa persona – dopodiché si tratta di una manciata di brani che stanno bene insieme», disse Ken Scott. «Ho sentito dire che il disco parla di un ragazzo che arriva per salvare il mondo dal cosmo», disse il bassista Trevor Bolder, «ma per me sono solo canzoni». Gli Spiders from Mars, la band che Bowie creò per Hunky Dory, entrò ai Trident Studios nel novembre 1971 e finì tutto in soli 10 giorni (Ziggy Stardust fu completato prima dell’uscita di Hunky Dory, un mese dopo, in dicembre). «Dovettero chiudere le tracce abbastanza velocemente, perché David si annoiava», disse Scott. «David è stato il cantante più grandioso con cui abbia mai lavorato, il 95% delle voci sui quattro album che ho fatto con lui erano dei “buona la prima”».

Il pezzo d’apertura, la drammatica e minacciosa Five Years, è una specie di «canzone sulla fine del mondo, doveva stabilire l’atmosfera dell’album», spiegò il batterista. Queste sessioni includevano anche Ziggy Stardust e altre cinque canzoni. Tuttavia, quando Bowie spedì tutto alla RCA Records, l’etichetta disse che in quella roba non trovava neppure un singolo. Per una volta, il giudizio si dimostrò saggio e, in tutta risposta, Bowie scrisse Starman, traccia di svolta del disco, sostituendo una cover di Around and Around di Chuck Berry. Nel febbraio 1972, la band incide la nuova canzone, come le ultime registrazioni: la luccicante e scatenata Suffragette City e l’incantevole Rock’n’Roll Suicide.

David Bowie – Rock 'N' Roll Suicide (Live, 1973)

It ain’t easy, registrato durante le sessions di Hunky Dory, viene aggiunto alla scaletta di Ziggy, con il mago delle tastiere Rick Wakeman che rivelerà poi che Bowie gli chie-se di unirsi agli Spiders lo stesso giorno in cui gli Yes gli chiesero di unirsi a loro. Una volta chiuso l’album, Bowie torna a pianificare Ziggy in senso più ampio. Incomincia suggerendo ai media vicende d’epica apocalittica. «Voleva cambiare l’industria musicale», disse Bolder, «pensava fosse noiosa». Porta i membri della band al balletto e a teatro, ordinandogli di osservare le luci e non le performace.

«Quella fu una rivelazione», disse Woodmansey, «entrammo nel mondo della creazione dello show oltre la musica». Bowie trascorse mesi nell’ideazione degli abiti e dell’immagine degli Spiders – inclusa l’invenzione a propria firma del suo iconico mullet arancio – cercando ispirazione nelle pose glam di Marc Bolan e in Alice Cooper. Immediatamente prima dello show di debutto di Ziggy, Bowie rilascia un’intervista a Melody Maker e annuncia di essere gay. Il primo tour in U.K. di Ziggy Stardust non funziona e quando il disco esce, a giugno, ha un decollo lento.

Un’elettrizzante performace di Starman a luglio a Top of the Pops sulla BBC cambia tutto, recapitando in pompa magna la carica sessuale di Ziggy nei salotti delle famiglie inglesi Nell’estate del 1973 Bowie ha 5 album nella Top 40 britannica, 3 dei quali in Top 15. Lui e gli Spiders partono per un tour in USA a settembre ed è il finimondo. Paul McCartney, Mick Jagger e Lou Reed gli ronzano intorno durante le prove e i fan sono convinti che nella band ci siano veri alieni. Quando si fermano a Mosca, in viaggio verso il Giappone, vengono arrestati e portati a visitare la piazza Rossa in una limousine con i vetri oscurati per paura che possano generare tumulti.

Tutti iniziarono a relazionarsi a me come se fossi Ziggy. Iniziai a convincermi di essere il Messia.
David Bowie

L’adulazione e la confusione della linea di demarcazione tra Bowie e Ziggy iniziano ad avere un prezzo. «All’inizio ero il personaggio solo sul palco», disse Bowie, «poi tutti iniziarono a relazionarsi a me come se fossi Ziggy: come fossi io la next big thing e come se io muovessi masse di persone. Iniziai a convincermi di essere il Messia. Spaventoso. Mi risvegliai abbastanza velocemente». Così, nell’estate del 1973, all’Hammersmith Odeon, con le macchine da presa del leggendario documentarista D.A. Pennebacker che girano per riprendere tutto in un film-concerto, Bowie dichiara che quella sarà l’ultima esibizione di Ziggy.

David Bowie – My Death (Live, 1973)

Conferma in un’intervista a NME, “da ora in poi sarò concentrato su diverse attività che hanno poco a che vedere con pop e rock”: è passato quasi un anno dall’esibizione a Top of the Pops che diede inizio alla Ziggymania. «La maggior parte dei personaggi che uno crea ha una breve durata», spiegò poi Bowie, «non penso possano durare album dopo album, non voglio diventino come dei cartoni animati». Bowie fu spesso sprezzante circa il fenomeno Ziggy Stardust: «La maggior parte delle persone vorrebbe ancora i propri idoli e Dei come fossero giocattoli a basso costo», disse a Cameron Crowe. «Perché pensi che i teenager siano come sono? Corrono come formiche intorno a gomme da masticare o a un modo di vestire che dura un giorno. Non mi stupisce che Ziggy fosse un enorme successo».

Ziggy, però, aveva ottenuto ciò che Bowie si era proposto – modificando per sempre la musica, introducendo la nozione di rockstar impavida e multiforme che sa stravolgersi nell’immagine e nella persona quando serve, che il pubblico sia pronto o meno. Molti anni dopo, Woodmansey, l’unico sopravvissuto tra i membri originali degli Spiders from Mars, provò a descrivere l’esperienza: «Camminavi da qualche parte e c’erano 20mila persone che cercavano di assomigliarti. Tu ogni tanto pensavi: “Aspetta! Io vengo da Driffield!”. Ma tutti pensavano tu venissi da Marte».