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Lorde boicotta Israele: l’ambasciatore chiede un incontro

Dopo la cancellazione del concerto a Tel Aviv continuano le polemiche sulla scelta della cantante neozelandese
Lorde Perfect Places

L’ambasciatore israeliano in Nuova Zelanda ha chiesto un incontro faccia a faccia con Lorde, che ha appena cancellato il suo concerto a Tel Aviv dopo una polemica sui social media. «È spiacevole che tu abbia scelto di non suonare, hai deluso tutti i fan israeliani», ha scritto Itzkah Gerberg in una lettera aperta pubblicata su Facebook.

«La musica è un linguaggio meraviglioso di tolleranza e amicizia, qualcosa che avvicina le persone. Il tuo concerto in Israele poteva aiutare a diffondere l’idea che le soluzioni ai problemi si trovano con la cooperazione e i compromessi. La musica dovrebbe unire e non dividere, e la tua performance poteva contribuire allo spirito di speranza e alla pace in Medio Oriente», ha continuato.

«Il boicottaggio e l’odio, d’altra parte, rappresentano ostilità e intolleranza, e mi è spiaciuto vederti soccombere alle proteste di un piccolo gruppo di fanatici come il BDS (Boycott, Divest and Sanction), che nega allo Stato di Israele il diritto a esistere, che diffonde odio e animosità. Vorrei incontrarti di persona per parlare di Israele, delle sue conquiste e del suo ruolo di unica democrazia del Medio Oriente».

Lorde doveva esibirsi a Tel Aviv il 5 giugno, una delle date del suo Melodrama Tour. Il magazine neozelandese The Spinoff le ha chiesto di cancellare la serata il 20 dicembre, anche in questo caso con una lettera aperta, a cui la cantante ha risposto con un Tweet: «Noted! Sto parlando di questa cosa con tanta gente e sto vagliando diverse possibilità. Grazie per avermi informato, sto ancora imparando». Nel weekend, poi, ha confermato l’annullamento, ma non ha citato direttamente il movimento BDS.

«Ho ricevuto un’incredibile quantità di lettere e messaggi, ho discusso con molte persone che vedono le cose come le vedo io, e penso che al momento la decisione migliore sia cancellare il concerto», ha dichiarato Lorde attraverso un comunicato. «Sono orgogliosa di essere una giovane cittadina informata, e prima di accettare la data di Tel Aviv ho letto molto e ho ascoltato tante opinioni diverse. Non sono orgogliosa, però, di aver detto sì tempo fa. Non è stata la scelta giusta».

La polemica sul suo concerto si è accesa dopo l’annuncio di Donald Trump su Gerusalemme capitale di Israele, decisione che ha scatenato la violenza a Gaza. Lorde è l’ultima di una lunga lista di artisti che hanno fatto scelte identiche alla sua: Roger Waters, Thurston Moore e Lauryn Hill. I Radiohead e Nick Cave, invece, hanno deciso di suonare nonostante le critiche.

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