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La vendetta dei Rammstein contro la censura

La band tedesca, presente al Gods of Metal di Monza il 2 giugno, quest'estate affronterà in tribunale il governo tedesco, che aveva censurato nel 2009 il loro disco "Liebe Ist Für alle da"
Rammstein, foto Facebook

Rammstein, foto Facebook

Continua la saga che vede opporsi i Rammstein al governo tedesco, cui la band teutonica ha fatto causa reclamando i danni economici per i mancati introiti dovuti alla censura del loro album Liebe Ist Für Alle Da.
Dopo una carriera ventennale che ha visto i Rammstein partire dalla loro Berlino sino a conquistare i palchi più importanti del mondo a colpi di look bondage e lanciafiamme spianati verso il pubblico, suona un po’ paradossale la notizia per cui l’organo federale preposto alla censura nel 2009 abbia per la prima volta proibito la vendita di un disco come sempre in linea con l’estetica della band più sopra le righe della storia.
Basti guardare un video di un loro concerto, o il lungometraggio Rammstein in Amerika uscito lo scorso ottobre, per capire il motivo per cui la band sia conosciuta anche dai non appassionati di industrial metal tedesco: sei armadi vestiti di latex che cantano di morte, violenza e sesso mentre il palco diventa simile a un girone dell’inferno.

Se per i metallari di tutto il pianeta i Rammstein sono diventati delle leggende viventi, non la pensano allo stesso modo al Bundesprüfstelle Für Jugendgefährdende Medien, il dipartimento del governo tedesco che si occupa di compilare un indice dei prodotti ritenuti pericolosi o non adatti ai minori, per poi proibirne la diffusione.
Come ha riportato la testata Deutsche Welle, secondo il dipartimento Liebe Ist Für è ricolmo di incitamenti alla violenza sadomaso (in particolare la sentenza fa riferimento al brano Ich tu dir weh che Lars Von Trier userà in Nynphomaniac), oltre a una copertina quanto mai esplicativa circa il contenuto del disco, per cui alla band fu proibita la pubblicazione dell’album per circa diciotto mesi, costringendo i sei berlinesi a mandare al macero addirittura 85,000 copie per ristampare poi il disco in una versione più soft, disponibile solo per i maggiorenni. Passò un anno e mezzo, infatti, prima che il Tribunale Amministrativo di Colonia deliberasse in favore dei Rammstein, rendendo così possibile la diffusione di Liebe Ist Für alle da cui tuttavia mancò il necessario periodo di promozione.

Ma la vendetta è un piatto che va servito freddo, così dopo sette anni Till Lindemann e soci hanno dimostrato a quei bacchettoni del governo tedesco che i Rammstein non dimenticano, richiedendo un risarcimento di 66.000 euro, ovvero il guadagno ipotetico che Liebe Ist Für alle daavrebbe portato nelle tasche della band nel periodo in cui è stato oscurato al pubblico.
Quindi, oltre a infuocare il Gods of Metal all’autodromo di Monza il 2 giugno, i Rammstein durante l’estate saranno impegnati a portare nelle aule di tribunale la loro personale battaglia in favore della libertà d’espressione, si spera senza brandire dildo giganti né lanciafiamme.
Non potremmo che rimanere trepidanti in attesa che da Berlino arrivino nuovi aggiornamenti sul caso.

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