La vedova di Chris Cornell fa causa ai Soundgarden, di nuovo | Rolling Stone Italia
News Musica

La vedova di Chris Cornell fa causa ai Soundgarden, di nuovo

I musicisti guadagnerebbero milioni da una vendita del catalogo, contro i 278.000 dollari offerti a Vicky Cornell. Nelle carte si ipotizzano per il futuro versioni deep fake di Cornell e concerti dei Soundgarden con un ologramma e un sostituto

La vedova di Chris Cornell fa causa ai Soundgarden, di nuovo

Chris e Vicky Cornell nel 2017, a Los Angeles

Foto: Chris Pizzello/Invision/AP

Vicky Cornell ha fatto causa ai membri dei Soundgarden, di nuovo. Questa volta si è rivolta a un giudice per risolvere una disputa circa il valore delle sue quote della band, ereditate dal marito Chris Cornell.

Secondo i documenti del tribunale consultati da Rolling Stone, l’ultimo scontro tra la vedova Cornell e i membri della band è avvenuto dopo che i Soundgarden hanno ricevuto da terzi non meglio specificati un’offerta d’acquisto del catalogo del gruppo. Valore dell’offerta: 16 milioni di dollari. Vicky Cornell sostiene che la band si è offerta di acquistare la sua parte «per una cifra incredibilmente bassa, meno di 300.000 dollari».

Per mettere in prospettiva la cifra, Vicky Cornell sostiene che essa è molto meno delle royalties che ha ricevuto nel solo 2018 derivanti dalle registrazioni master dei Soundgarden, senza includere quindi le royalties relative ai diritti editoriali. La donna sostiene che i Soundgarden hanno calcolato la cifra che le è stata sottoposta tramite una «valutazione che è incoerente con le consuetudini e gli standard dell’industria musicale, frutto di falle metodologiche, sminuendo il valore degli asset derivanti dalle partnership, ignorando che quando muore un interprete della statura di Chris, il valore della band aumenta».

Marty Singer, avvocato della Cornell, dice a Rolling Stone: «Affermare come fanno i musicisti della band che per loro non si tratta di una disputa di tipo economico è assurdo e ipocrita. Ha a che fare chiaramente con i soldi e con la loro avidità. Hanno ricevuto da terzi un’offerta di acquisto di una parte delle loro partecipazioni pari a 16 milioni di dollari. Hanno poi hanno offerto di rilevare la quota di Chris per soli 278.000 dollari. A quel punto Vicky ha offerto 21 milioni di dollari per le loro quote, ma hanno rifiutato: non per preservare il lavoro di una vita, ma perché sanno che guadagneranno ancora di più dallo sfruttamento futuro della musica scritta da Chris e dall’eredità che ha creato (grazie alla quale si sono arricchiti per anni)».

In una dichiarazione fornita a Rolling Stone, un rappresentante dei Soundgarden afferma: «Come richiesto dalla Cornell Estate e dalle leggi dello Stato di Washington, quattro mesi fa i membri superstiti dei Soundgarden hanno presentato alla Cornell Estate un’offerta di acquisto della partecipazione nei Soundgarden calcolata dal rispettato esperto Gary Cohen. Da allora, i membri della band hanno cercato di risolvere le controversie con la Cornell Estate. Nel corso dei vari tentativi di raggiungere un accordo, i membri della band hanno offerto più volte cifre superiori all’importo determinato da Cohen. Per la band non è mai stata una questione di soldi. In ballo ci sono il lavoro di una vita e la loro eredità».

Vicky Cornell ha affrontato la questione in un post su Instagram (non è più visualizzabile, ndr), commentando una foto di Chris con le loro due figlie: «La mia verità è più forte delle vostre bugie. La mia volontà è più forte delle vostre motivazioni. Il mio amore è più forte del vostro odio».

Secondo i documenti della causa, i Soundgarden avrebbero ripetutamente negato a Vicky Cornell l’accesso alle informazioni su beni e finanze che le avrebbero permesso di valutare correttamente il valore della partnership coi Soundgarden. Priva di tali informazioni, Cornell avrebbe risposto all’offerta di 278.000 dollari avanzata dai Soundgarden con una controfferta di 12 milioni di dollari (o 4 milioni di dollari ciascuno) per comprare le partecipazioni di Kim Thayil, Matt Cameron e Ben Shepherd. Dopo avere incassato il rifiuto da parte dei quattro, Vicky Cornell sostiene di avere portato la cifra a 21 milioni di dollari (o 7 milioni di dollari ciascuno), aggiungendo l’intenzione di alzare l’offerta nel caso le fossero state fornite le corrette informazioni finanziarie. I Soundgarden avrebbero rifiutato anche questa offerta.

A causa dei disaccordi sulla valutazione, Vicky Cornell ha chiesto a un giudice di determinare quale sia il prezzo di acquisto adeguato in base non solo al valore delle registrazioni master dei Soundgarden, ma anche di altri beni. Secondo Cornell, una «valutazione in buona fede» dovrebbe tener conto anche delle future vendite del merchandising e dei «progetti alimentati dalla nostalgia» come potenziali tour con un sostituto di Chris, concerti con ologrammi e «versioni deep fake della voce di Chris Cornell create da un’intelligenza artificiale a partire dalle registrazioni esistenti al fine di creare nuove hit dei Soundgarden».

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.

Altre notizie su:  Chris Cornell Soundgarden