La rivincita (finalmente) dell'RnB | Rolling Stone Italia
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La rivincita (finalmente) dell’RnB

Per alcuni artisti RnB questa cosa che il rap va in radio, fagocitando tutti gli altri generi, è inaccettabile. Prendiamo come esempio due album per fare un confronto e capire fin dove si possono spingere le rime senza invadere il campo RnB

Ty Dolla $ign

Ty Dolla $ign

Tutti d’accordo che i rapper sono le rockstar di questo secolo? Perché se siamo d’accordo possiamo procedere con una delle puntate più hype della rubrica che abbiamo dedicato all’hype. A molti nostalgici del rock non andrà giù. Ma un po’ potrà consolare il fatto che ci sia gente che bazzica esclusivamente con rapper e che ci fa pure i dischi insieme a cui, però, questa cosa del rap sta cominciando a pesare. Non perché non apprezza, ma piuttosto perché sta risucchiando tutto, anche generi con cui aveva sempre convissuto bene.

«Se a qualcuno frega ancora qualche cazzo dell’R&B, volevo che si sapesse che esiste ancora», ha detto Ty Dolla $ign ai nostri cugini di RS USA. «Si può ancora arrivare in radio». Sono parole frustrate quelle del cantante, che è da poco tornato con un disco immenso, Beach House 3. Come se sentisse che a forza di “SKKRRT” e di catene d’oro al collo (comprese le sue) si fosse un po’ perso per strada il cantato black, di John Legend o Justin Timberlake, per intenderci.

Eppure, tracklist alla mano, il disco è pieno zeppo di quei nomi che hanno monopolizzato non solo il rap ma proprio la musica mondiale, insieme alla definizione stessa di hype. Nella sculettante Love U Better, Ty torna a collaborare con Lil’ Wayne, mentre sui bassi spettinacapelli di Stare duettano dei Pharrell Williams e Wiz Khalifa in forma smagliante. Ha quindi senso parlare di monopolio del rap se poi ci si riempie lo studio di registrazione di rapper?

La soluzione potrebbe (come sempre) essere affidata a chi ascolta. Prendi Gucci Mane e il suo ultimo Mr. Davis, dove per altro compare anche Ty Dolla $ign nel ruolo di voce R&B nel ritornello di Enormous. Se ci soffermassimo di più su chi sa cantare e skippassimo i pezzi dove chi onestamente è negato lo fa ugualmente – Money Make Ya Handsome è il titolo del pezzo dove Gucci si improvvisa a cantare sotto 4 metri di autotune – è probabile che la frustrazione di Ty sarebbe soltanto un ricordo.

È la solita storia vecchia come il mondo: se ognuno facesse quello che sa fare, attenendosi sempre al dominio delle proprie capacità, non si rischierebbero gelosie o invasioni di campo. La regola si applica anche all’inverso, per cui sarebbe bello non sentire mai più Ty rappare. Ma caso vuole che gli venga bene anche quello, quindi.

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