"Il jazz è pop", guida a JazzMI 2019 | Rolling Stone Italia
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“Il jazz è pop”, guida a JazzMI 2019


Da Herbie Hancock e John McLaughlin fino alla new wave britannica e al meglio della scena italiana, la quarta edizione del festival è la più inclusiva e aperta di sempre: oltre ai concerti, anche itinerari musicali, guide all’ascolto e uno speciale per i 50 anni di ECM

“Il jazz è pop”, guida a JazzMI 2019

Anche quest’anno a Milano il mese di novembre sarà tutto dedicato al jazz. Il merito è di JazzMI, di ritorno per una quarta edizione che promette davvero bene. Per i primi tredici giorni del mese, infatti, la città si riempirà di concerti, mostre, masterclass, incontri e molto altro, offrendo uno sguardo complessivo su tutte le anime – da quella classica dei maestri come Herbie Hancock e Archie Shepp fino alla British new wave di Nubya Garcia e Kokoroko, senza dimenticare i grandi italiani come Enrico Rava e Paolo Fresu – di un universo così sfuggente come quello del jazz.

Ma JazzMI non è solo un elenco dei concerti, è un tentativo di trasformazione del tessuto urbano, di far vivere la musica dentro la città: per questo il cartellone è ricco di eventi gratuiti, incontri divulgativi, e persino di “tour musicali” dei diversi quartieri.

Un festival inclusivo, consapevole che il genere si è risvegliato dal torpore delle accademie ed è tornato nelle mani e nelle orecchie delle giovani generazioni. «Il claim di quest’anno è chiaro: “Il jazz è pop”. È musica che può essere popolare, che non può più permettersi di essere di nicchia», spiega Luciano Linzi, direttore artistico insieme a Titti Santini, dalla conferenza di presentazione del festival.

Si parte il 31 ottobre con una speciale festa di Halloween a cura di George Evelyn, in arte Nightmares on Wax, che porterà a Nolo il suo mix di reggae, jazz e hip hop. Poi, dal giorno successivo, inizierà il festival vero e proprio; il programma è gigantesco e davvero variegato – trovate qui la versione integrale –, così abbiamo scelto gli eventi che per noi sono assolutamente imperdibili.

I maestri

Mingus Big Band

Charles Mingus, foto di David Redfern / Redferns

Nonostante siano passati 40 anni dalla sua morte, Charles Mingus è ancora un punto riferimento per i musicisti di tutto il mondo. Non è un caso che la Mingus Big Band, promossa dalla moglie Sue, abbia vinto un Grammy e sia costantemente in tour. La Triennale la ospiterà il 1 novembre.

Herbie Hancock

Subito dopo, nella sala Verdi del Conservatorio di Milano sarà il turno di Herbie Hancock, che a 60 anni dall’esordio – e dopo un Oscar e 14 Grammy – è ancora uno dei musicisti più innovativi del panorama mondiale. Insieme a John McLaughlin è uno dei “laureati” alla scuola di Miles Davis, e chissà che non approfitti del festival per omaggiare il suo maestro.

John McLaughlin and the 4th Dimension

John McLaughlin, vera e propria leggenda della chitarra fusion, porterà al Conservatorio di Milano (il 2 novembre) il repertorio di fusion esoterica della leggendaria Mahavishnu Orchestra.

Kenny Barron

40 album registrati, collaborazioni con Dizzy Gilespie, Freddie Hubbard, Milt Jackson e Stan Getz: Kenny Barron è un’icona del pianoforte jazz, e si esibirà alla Triennale l’8 novembre

Made in Italy

Stefano Bollani e Chucho Valdés

Dopo l’incontro in televisione per L’importante è avere un piano, Bollani e Valdés hanno deciso di partire in tour insieme: il 3 novembre il Teatro dal Verme ospiterà due virtuosi del pianoforte, due linguaggi diversi e un repertorio potenzialmente infinito, dagli standard alla tradizione cubana.

Enrico Rava

Il 5 novembre la Triennale ospiterà il concerto/festa di compleanno per gli 80 anni del grande Enrico Rava, che per festeggiare si è circondato dei musicisti che lo hanno accompagnato nell’ultimo decennio.

Paolo Fresu Trio

Insieme a Dino Rubino e Marco Bardoscia, Paolo Fresu porterà all’Auditorium di Milano (il 6 novembre) un omaggio a Chet Baker. Più che interpretare i suoi brani, Fresu proporrà una “rilettura musicale” della vita e della carriera del trombettista.

La british new wave

Nubya Garcia



Nubya Garcia - Lost Kingdoms & Fly Free | LIVE | Red Bull Music

Prima che diventasse uno dei nomi più richiesti dai festival di tutto il mondo, quattro anni fa Shabaka Hutchings faceva il suo debutto italiano sul palco di JazzMI. Ora l’operazione si ripete con Nubya Garcia, un altro nome di spicco della nuova scena britannica, dove la sassofonista è molto rispettata sia da solista che come membro di diversi collettivi. Suonerà l’8 novembre alla Triennale.

KOKOROKO



Guidati dalla trombettista Sheila Maurice-Grey, i KOKOROKO sono un collettivo di otto elementi che suona un mix tra jazz, afrobeat e funky, tra Fela Kuti, Tony Allen e Ero Taylor. Il loro concerto, il 2 novembre al BIKO, sarà sicuramente uno dei più festosi e “ballabili” del festival.

Gli eventi extramusicali

I film 



Anche per la quarta edizione JazzMI ha affiancato ai concerti una serie di iniziative divulgative. Tra le più interessanti ci sono sicuramente i documentari, quest’anno dedicati a Ella Fitzgerald, Chet Baker, Count Basie e Miles Davis.

La storia della ECM



Nel 1959, a Monaco di Baviera, Manfred Eicher fondava un’etichetta discografica che cambierà la storia del jazz: la Edition of Contemporary Music, per tutti ECM. JazzMI festeggia i 50 anni della label con concerti, incontri e una mostra con le copertine più iconiche pubblicate dall’etichetta.

Gli itinerari musicali



Una brass band in giro per Gratosoglio e Casoretto, un gruppo di percussionisti a Corvetto, le contaminazioni della Bovisa: gli itinerari “alternativi” nei quartieri della città sono sicuramente una delle iniziative extramusicali più interessanti della quarta edizione di JazzMI, e un bel modo per riportare il jazz dove è nato, in strada.