La Coca-Cola ha “rubato” la voce di Johnny Cash? | Rolling Stone Italia
Elvis Act

La Coca-Cola ha “rubato” la voce di Johnny Cash?

Gli eredi del Man in Black hanno fatto causa alla multinazionale per uno spot pubblicitario cantato da un imitatore

La Coca-Cola ha “rubato” la voce di Johnny Cash?

Johnny Cash

Foto: Alan Messer

Il John R. Cash Revocable Trust che gestisce l’eredità e tutela l’immagine di Johnny Cash ha intentato causa alla Coca-Cola. La multinazionale avrebbe ingaggiato un cantante per imitare la voce del Man in Black in uno spot pubblicitario.

Quella presentata l’altro ieri a Nashville è la prima causa di un certo rilievo in cui si evoca il cosiddetto Elvis Act, dalle iniziali della legge del Tennessee chiamata Ensuring Likeness Voice and Image Security. Entrato in vigore nel 2024, l’Elvis Act protegge le persone e i loro eredi dallo sfruttamento non autorizzato della voce in caso di plateale e voluta somiglianza.

La legge è stata pensata per tutelare gli artisti da deepfake generati dall’intelligenza artificiale. In questo caso al centro della controversia c’è una voce “vera”, quella di Shawn Barker, che porta in giro un tribute show a Johnny Cash e che canta in uno spot della Coca-Cola andato in onda ad agosto durante le partite di football universitario.

«Rubare la voce di un artista è un furto» scrive Tim Warnock dello studio Loeb & Loeb che cura gli interessi del John R. Cash Revocable Trust. «È un furto della sua integrità, identità e umanità». La causa, dice, non serve solo a proteggere Cash, ma anche a «inviare un messaggio che protegga la voce di tutti gli artisti».

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