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Kliph Scurlock: “Perché mi hanno cacciato dai Flaming Lips”

L'ex batterista estromesso dà la sua versione dei fatti: "Da Wayne Coyne minacce e razzismo". E intanto il frontman inneggia al Buddha...

Di Miriam Coleman

La separazione tra i Flaming Lips e il loro batterista di lungo corso ha assunto i contorni della macchinazione quando alla fine della settimana appena conclusasi Scurlock ha accusato il frontman Wayne Coyne di abusi psicologici e ha dichiarato di essere stato licenziato per aver fatto notare che le azioni di un’amica dello stesso Coyne stava comportandosi in maniera razzista.

Già a marzo i Flaming Lips avevano reso noto che Scurlock, con loro fin dal 2002, non era più un componente della formazione. Venerdì notte il musicista ha inviato una nota alla redazione di Pitchfork dando la propria versione della separazione, riferendo “infiniti abusi verbali (con la minaccia di passare alle botte) da parte di Wayne e attribuendo il suo licenziamento a un incidente che ha riguardato anche Christina Fallin, amica di Coyne, cantante delle Pink Pony e figlia della governatrice dell’Oklahoma Mary Fallin.

All’inizio di marzo, Christina Fallin aveva pubblicato su Instagram un selfie comprendente un copricapo nativo americano. Dopo aver scritto un messaggio pubblico dai toni indignati per essere stata accusata di mancanza di sensibilità nell’appropriarsi di un simbolo culturale estraneo alla sua cultura, Fallin si era scusata scrivendo “Perdonateci se ci adorniamo in maniera innocente con le vostre bellissime cose”. Scurlock nell’occasione ha giudicato queste scuse come insufficienti, e su una pagina Facebook di un amico comune, ha attaccato Fallin.”Ho diversi amici nativi americani che si sono sentiti feriti dalla combinazione di queste azioni e non posso non volerli proteggere”, ha spiegato a Pitchfork, ammettendo però di aver tirato in ballo nell’attacco anche la madre di Fallin in maniera del tutto fuori luogo.

Secondo Scurlock, Fallin si è lamentata con Coyne per i commenti ricevuti da Scurlock, e Coyne avrebbe sgridato il batterista con una serie di SMS. Secondo Scurlock stesso, alcuni recitano “Amico, hai perso la testa… Hai fatto delle cazzate da vero hater, meschine e triste. Ti piace aprire bocca e parlare a vanvera, come un codardo punk”. Dopo le successive scuse di Scurlock al frontman, Coyne avrebbe insistito nel chiamarlo un codardo e gli avrebbe detto di “Andare a diferende i tuoi amici indiani se sono così importanti per te… Farò in modo che le tue “convinzioni” non abbiano più alcun rapporto con i Flaming Lips…”

Basterà ascoltare Do You Realize? per fare pace?…

Scurlock ha ammesso che si era astenuto dal commentare fino a questo momento e che ha voluto dire la sua solo la scorsa settimana, quando Coyne stesso ha parlato della vicenda e altri hanno rivelato il motivo dietro il suo licenziamento. Billboard ha riportato che Coyne era sembrato intervenire in difesa di Fallin già a fine marzo con un post ora cancellato con tre amici e un cane, tutti che indossavano il tradizionale cappello di piume. Coyne era anche fra il pubblico di un contestato concerto dei Pink Pony al Norman Music Festival dello scorso 26 aprile, dove la band avrebbe inscenato una finta danza della guerra e avrebbe preso in giro nativi americani che protestavano per questo:

Secondo Gawker, anche Coyne si era unito ai motti di scherno.

Da notare che a noi la cosa può sembrare secondaria e quasi ridicola, ma al momento una delle storie più seguite negli Stati Uniti riguarda la campagna per far cambiare nome alla squadra di football dei Washington Redskins nel nome di una maggiore sensibilità verso le minoranze etniche presenti sul territorio americano.

Dopo la pubblicazione della versione di Scurlock su Pitchfork, Coyne ha pubblicato una nota su Twitter che sembrava una risposta all’ex batterista:

I pazzi prendono i coltelli e li piantano nella schiena delle persone. Il saggio prende il coltello, recide la corda e si rende libero dai pazzi.

A questo messaggio è seguita la pubblicazione di una foto del tè fermentato Buddha’s Brew Kombucha con la didascalia “L’odio non cessa con l’odio ma solo con l’amore: questa è la regola eterna”.

Più diretta la reazione del polistrumentista dei Flaming Lips Steven Drozd, sempre su Twitter:

Queste stronzate sui Lips e Kliph sono andate troppo in là. Ci siamo separati per le solite differenze musicali che ci sono nelle band. Il resto è stato gonfiato a dismisura.

 

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