Kendrick Lamar, la confessione social: «Il rap mi ha fatto capire chi sono» | Rolling Stone Italia
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Kendrick Lamar, la confessione social: «Il rap mi ha fatto capire chi sono»

Il rapper interrompe il silenzio per aprirsi in una serie di riflessioni. «Mi ci sono voluti vent’anni per riuscire a scrivere 'Mother I Sober'», il brano che ripercorre alcuni momenti traumatici della sua infanzia legati a violenze domestiche e abusi sessuali

Kendrick Lamar, la confessione social: «Il rap mi ha fatto capire chi sono»

Foto: Instagram di Kendrick Lamar

Kendrick Lamar non è un artista che ama parlare o esprimersi sui social. Scrive e condivide poco, quasi nulla, ma ogni qualvolta che accade c’è un motivo preciso: significa che sente davvero il bisogno di condividere.

Nella giornata di ieri, il rapper di Compton ha improvvisamente rotto il silenzio social pubblicato sul suo profilo Instagram 50 scatti estratti dal tour. C’è chi ne ha scherzato («Si è finalmente ricordato la password», si legge nei commenti), ma ogni comunicazione di Kendrick è sempre qualcosa a cui bisogna prestare attenzione. A questa ampia pubblicazione, Lamar ha quindi fatto seguire una storia in cui ha raccolto una serie di sue riflessioni, caotiche e profonde, a tre mesi dall’uscita del suo ultimo lavoro, Mr. Morale & The Big Steppers.

«Mi ci sono voluti vent’anni per riuscire a scrivere Mother I Sober», esordisce Kendrick in riferimento al brano contenuto in Mr. Morale & The Big Steppers in cui il rapper ripercorre alcuni momenti traumatici della sua infanzia legati a violenze domestiche e abusi sessuali. «Non dimenticherò mai il percorso che mi ha fatto innamorare delle imperfezioni», scrive elencando di seguito «il pianoforte, i fan, le storie di redenzione che ho sentito nelle carceri di alcune piccole cittadine», un percorso che ha portato Kendrick ad aprirsi, ad essere più vulnerabile e onesto sui propri trascorsi, come si può sentire proprio in Mother I Sober o in altri momenti del suo ultimo album.

È così che il rap, nella storia di Lamar, diventa un «catalizzatore dell’espressione personale» capace di aiutarlo a comprendere «chi fossi andando oltre la percezione di chi avrei dovuto essere». Perché «la musica è aria per un giovane ragazzo di colore». Rivolgendosi direttamente ai suoi 11 milioni di follower, ha poi aggiunto: «Alcune parole vi troveranno oggi. Altre tra dieci anni. Cercate ciò che vi entusiasma come quando eravate piccoli. Rimanendo in un angolo come un vecchio libro. Io resterò per sempre underground. Infiltrandomi nel mainstream».

Il messaggio si conclude infine con un dolce riferimento al tour: «Queste città sono ancora bellissime da guardare».

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