Kendrick Lamar e Pharrell hanno sfornato una hit: e chi l'avrebbe mai detto? | Rolling Stone Italia
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Kendrick Lamar e Pharrell hanno sfornato una hit

"The Mantra" è uno di quei rari casi in cui Hollywood chiede esplicitamente un pezzo trap minaccioso, proprio perché farà da colonna sonora a "Creed", il nuovo film con Rocky Balboa

Fonte: Twitter

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Kendrick Lamar e Pharrell Williams sono tornati a collaborare in un nuovo singolo, Mantra. È prodotto da Mike WiLL Made-It, il produttore che ci vuole mezzora per scrivere correttamente il suo pesudonimo (fra maiuscole e trattini) ma che nel concreto ha firmato hit del calibro di Black Beatles dei Rae Sremmurd o più semplicemente Humble dello stesso Lamar.

Non è la prima volta che Kung Fu Kenny condivide il microfono con Pharrell. Ce lo ricordiamo un po’ tutti quel mostro di pazzia che è Don’t Don’t do it! che completa la follia del nuovo album dei N.E.R.D. uscito a dicembre dell’anno scorso. Stavolta però, la funzione di Mantra non è soltanto quella di spaccare le chart, ma anche di fare da colonna sonora al nuovo capitolo di Creed, la saga in cui Rocky Balboa allena il figlio del suo acerrimo nemico Apollo Creed fargli dare degli acerrimi schiaffi al figlio di Ivan Drago.

Non è nemmeno la prima volta che i due rapper fanno fanno un salto al cinema: dando una rapida occhiata soltanto agli ultimi lavori di Kendrick e Pharrell, il primo zitto zitto ha curato la colonna sonora di Black Panther, mentre il secondo sarà la voce narrante del nuovo film sul Grinch. I rappusi sono sempre più popolari, a volte costretti a svendere la loro immagine di bad boys in cambio di un biglietto d’ingresso per Hollywood. Qualche volta, come in questo caso, capita che sia proprio Hollywood ad aver bisogno di qualcuno che faccia brutto.

Mike WiLL Made-It, Pharrell, Kendrick Lamar - The Mantra (Audio)

Per cui, The Mantra, non poteva di certo mostrarsi eccentrica e festaiola come Don’t Don’t do it!, che a un certo punto diventa pure ska. Serviva una hit, però serviva un pezzo che mostrasse bicipiti e sguardo torvo.

Con queste premesse Mike ha cucinato una fucilata trap tipo Migos (con tanto di sporche nel testo, cioè le ripetizioni e i versetti dopo ogni frase in sottofondo) che però strizza l’occhio alle hit radiofoniche più grandi di sempre. E l’arpeggino di synth rarefatto che serpeggia nello sfondo tipo Hotline Bling di Drake sta proprio lì a sottolinearlo. “I was down, bad, then my life switched” rappa Kendrick dopo che Pharrell si è fatto due strofe e un ritornello: una storia di rivalsa che vorrebbe infondere il messaggio di lottare sempre. Magari in senso figurato però, senza stare a gonfiare di mazzate il figlio di Ivan Drago. Sia mai che papà s’incazzi.

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