Keith Richards: «La Russia oggi è come il Sud Africa ai tempi dell’apartheid» | Rolling Stone Italia
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Keith Richards: «La Russia oggi è come il Sud Africa ai tempi dell’apartheid»

«È un posto dove non vuoi andare». I Måneskin, lo scioglimento, le canzoni nuove nella prima intervista italiana dopo l’annuncio del tour europeo che a giugno arriverà a San Siro

Keith Richards: «La Russia oggi è come il Sud Africa ai tempi dell’apartheid»

Keith Richards

Foto: Getty Images

«La Russia oggi è come il Sud Africa ai tempi dell’apartheid. È un posto dove non vuoi andare». Lo dice Keith Richards in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera.

È la prima intervista rilasciata dal chitarrista dei Rolling Stones a un media italiano dopo l’annuncio del tour europeo che toccherà l’Italia il 21 giugno 2022, allo Stadio San Siro di Milano, e che per l’appunto non prevede date in Russia. «Mi piace l’idea di celebrare questi 60 anni [di vita del gruppo] in Europa, sempre che quest’estate ci sia ancora un’Europa».

Ogni volta si pensa che sia l’ultimo tour degli Stones. «Noi non lo abbiamo mai detto. Lo dicono gli altri». Mai pensato allo scioglimento? «Io, Mick e Ronnie ci sentiamo più stretti che mai ora che Charlie se ne è andato. Sono appena tornato dalla Giamaica dove con Mick e Steve [Jordan, il batterista che ha sostituito Charlie Watts] abbiamo lavorato a nuovi brani».

Nell’intervista, in cui Richards spiega di avere chiuso con l’eroina nel 1978 e di avere smesso di fumare e bere, il giornalista Andrea Laffranchi gli chiede dei Måneskin, che hanno aperto per gli Stones a Las Vegas a novembre 2021. Come gli sono sembrati? «Non vedo mai le band che aprono i nostri show, ma se fanno rock and roll gli auguro buona fortuna».

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