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Katy Perry a Milano: «Adesso sono un arcobaleno, bitches!»

Ecco il prisma del Prismatic World Tour con cui Katy Perry è sbarcata al Mediolanum Forum, un’enorme lente colorata da cui passa ogni cosa pop
«Voglio Portare gioia nella vita delle persone. Perché la vita può essere fottutamente difficile» l’intervista completa alla cantautrice americana è sul numero di ottobre di Rolling Stone

«Voglio Portare gioia nella vita delle persone. Perché la vita può essere fottutamente difficile» l’intervista completa alla cantautrice americana è sul numero di ottobre di Rolling Stone

Il pop al femminile è un gioco di trasfigurazioni, in cui esistono gerarchie ormai definite. Se Madonna è il modello che ha insegnato a tutte a farsi attraversare dalla contemporaneità per uscire dall’altra parte trasformate, Lady Gaga è l’avanguardia, Beyoncè la dominatrice soul interstellare, Rihanna è l’essenza del sogno erotico, Taylor Swift è l’idea che anche una tipa carina ma buffa possa diventare una star, Ariana Grande è la via innocente alla fama. E Katy Perry?

Katy Perry è la ragazzona americana che ha scelto di essere il contenitore da cui far passare tutta la cultura pop. Dopo la sua mostruosa esibizione al Super Bowl (vista da 118,5 milioni di persone, un record), l’Huffington Post ha scritto: «La forza di Katy Perry sta nel fatto che mentre tutte le altre cercano di diventare simbolo di qualcosa, lei non rappresenta niente». Il che equivale a dire che rappresenta tutto.


E allora ecco il prisma del Prismatic World Tour con cui Katy Perry è sbarcata a Milano, un’enorme lente di ingrandimento colorata da cui passa ogni cosa pop: gatti e principesse, caramelle e junk food, la Cadillac Rosa e lo Smile, Cleopatra sexy e il Mago di Oz, il bacio tra due donne e il Principe Azzurro che non esiste (e viene anche preso a schiaffoni sul megaschermo) e un’idea di sé stessa come di un regalo di compleanno per adolescenti e non.

Il suo spettacolo è organizzato perfettamente in temi (la giungla, l’Egitto, la festa), i ballerini sono bravissimi e lei domina il palco triangolare con enorme sicurezza, rimanendo sempre adorabile. Katy Perry è la superstar che non vuole intimidire nessuno, capace anche di prendersi in giro: «Chi di voi mi vede oggi per la prima volta?» chiede al pubblico. Sono in tanti, e lei fa finta di nascondersi sotto le rocce finte del castello finto: «Oddio, sono così spaventata. E se non vi piaccio? Non ho neanche più i capelli blu».

Ecco il punto: la sua trasfigurazione è umana. Katy Perry è la ragazzona con gli occhi blu cresciuta in Chiesa pregando di diventare una bomba sexy (lo ha raccontato lei «Mi chiudevo nella mia stanza e pregavo Dio di darmi due tette enormi») che è partita alla conquista del pop con le sue stranezze e imperfezioni. Tutta la sua carriera è stata un entrare e uscire dal prisma pop, mostrandosi normale e straordinaria allo stesso tempo.


Due ore serrate, una prova di resistenza fisica filtrata attraverso un juke-box di stili pop: il musical Cats per una versione stile Broadway di Hot and Cold, il momento selfie con il pubblico, l’omaggio a Vogue di Madonna, il Mega Mix Dance anni ’90, un momento acustico per Unconditionally, la festa di compleanno per un fan che ha compiuto gli anni ieri, e poi tanti palloncini colorati e fuochi di artificio.

Quello che rimane è puro divertimento. Katy Perry è Bithday Girl e Teenage Dream, e non ci darà mai più di questo. Perché è tutto quello che ha, e va bene così.

Alla fine saluta, da brava ragazza, come le hanno insegnato i genitori: “Dio vi benedica”.

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